Davvero, su questo ottavo disco di studio non vi sono altro che classe, scivolate di basso e fumosa sensualità da boudoir snocciolata con elegante passione, ma il tutto funziona proprio in virtù della sua più semplice e genuina esecuzione. Dapprima c'è stata "Everything", che tra un frizzante boogie sintetico e un tocco daftpunkiano ha fatto rimettere in moto culo e gambe, ricordando a tutti che quando si tratta di imbastire un pezzo a cavallo tra soul e dancefloor, la voce di Lisa è sempre un portento. Poi è arrivato il singolo ufficiale "Billionaire", un pezzo di puro pop radiofonico sospinto da un testo schietto e un'interpretazione alquanto energica e sentita (per tacere del video qui a destra, con la Nostra in equilibrio su un capitello come Dea greca ricoperta d'oro). Insomma, saranno passati quasi trent'anni dal debutto, ma la Stansfield sa ancora stare al gioco, e lo fa con tredici pezzi forti di un solido songwriting che - per la maggior parte - sa mantenersi classicamente fresco e vitale.
La strofa di "Twisted" danza su un drammatico passo di samba prima di lanciarsi in un implorante ritornello incorniciato da archi e ottoni, e pure la successiva "Desire" impiega un palleggiante basso acid house per poi aprirsi in un altro ritornello studiato al dettaglio per mettere in mostra la voce. Molto bella pure la conclusiva "Ghetto Heaven", rifacimento di un celebre brano della Family Stand che viene riproposto ammantato di violini e malinconia.
Ma fanno specie soprattutto l'energica "Hercules", guidata principalmente da un semplicissimo giro di chitarra ritmica, e una "Never Ever" sospinta da una pulsazione nu-disco che ricorda i Modjo nell'era di "Lady". Il momento più curioso del lotto arriva invece con "Just Can't Help Myself": melodia romantica e un sottofondo di tastiere sinfoniche alla Moby vengono increspati da un inedito programming elettronico di garage anni 90.
Anche quando la formula si fa davvero troppo abusata - la ballata d'obbligo "Hole In My Heart", le chitarrine funk di "Butterfly" o una "Deeper" che infila pure l'assolo di sax - c'è comunque un qualcosa di rotondo e ben fatto che rende l'ascolto piacevole e stimolante, foss'anche solo per la carismatica l'interpretazione vocale - vedasi l'ansimante "Love Of My Life".
Senza grossi clamori né grosse aspettative, Lisa Stansfield è ancora tra noi. Il suo nome non sarà più in grado di comandare grosse platee, ma lei di certo non è una che sente il bisogno di sgomitare per mantenersi rilevante nel continuo rifrullo di mode che vanno e vengono. Il che forse è un peccato, perché una voce come la sua potrebbe tranquillamente imboccare tante altre strade, se solo lo volesse.
Non vi sono comunque dubbi sul fatto che Lisa rimane a tutt'oggi la più elegante Gran Dama del soul all'inglese in circolazione, e un disco come "Deeper" ce la riconsegna ancora una volta convinta del proprio operato e fedele a sé stessa come non mai. E quando le canzoni "funzionano" a questo modo, pure noi non possiamo fare altro che rimanerle fedeli almeno per un altro giro di pista.
(01/05/2018)