Mudhoney

Digital Garbage

2018 (Sub Pop)
alt-rock, grunge, garage

Non che nel 2013 di “Vanishing Point” i Mudhoney fossero particolarmente lieti di come stessero andando le cose, ma – ad ascoltare “Digital Garbage” - quanto è accaduto in giro per il mondo negli ultimi cinque anni pare averli infuriati. E ispirati.

Ce n'è davvero per tutti. Ovviamente ce n'è per la cosiddetta alt right, ma il titolo e la copertina dell’opera numero undici della band di Seattle sono molto chiari: Mark Arm e la sua ciurma di furfanti grunge ce l’hanno soprattutto con la Rete, vera e propria fucina social di ideologie idiote, vacuo edonismo e intolleranze assortite.
Gli attacchi dei Mudhoney brillano per varietà. “Nerve Attack” è un garage brutale e rozzo ispirato da un giro di basso incalzante, “Please Mr. Gunman” ha un finale in pompa magna con Arm che urla isterico tra chitarre striscianti e un pianoforte picchiettante.
Poi c’è, inaspettata, l’ironia demenziale di “Kill Yourself Live”. Cinque divertentissimi minuti di garage psichedelico che storpiano il titolo di una hit dei Queen – “Keep Yourself Alive” – per sfottere l’epidemica vacuità del giovane moderno in perenne ricerca di like sui social network. “Kill yourself live/ Kill yourself live/ Kill yourself live/ Kill yourself live/ Do it for the likes/ Be creative/ Show us what you got/ Make it clean and quick/ Or do it nasty and sick/ Use a filter with bunny ears/ Maybe add some dancing fruit/ Lock yourself in the freezer/ Get naked and peel off your skin!”; a loro modo geniali.

Agitata da un’armonica mefistofelica, “Next Mass Extinction” è una chiusura – se  non si considera il mezzo minuto di “Oh Yeah” - apocalittica, ma il suo finale è rilassato e si apre in una melodia ariosa che ne fa sembrare il titolo quasi un augurio.
Qualche riff è buttato lì un po’ col pilota automatico – “Hey Neanderfuck” – e, più in generale, la voglia di aggiornare il proprio suono o aggiungervi qualcosa è praticamente assente, ma è probabilmente meglio così. Se i Mudhoney sono ancora in pista e sono probabilmente gli unici reduci della Seattle grunge ancora capaci di dire qualcosa, e dunque meritevoli di essere ascoltati, è proprio perché si sono sempre limitati a fare solo e soltanto quello che sanno fare. Ne è un'interessante riprova il cupo sludge di “Night And Fog” che, con il suo riff granitico e oscuro, ribalta l’atmosfera giocosa creata dalla precedente “Kill Yourself Live”.

01/10/2018

Tracklist

  1. Nerve Attack
  2. Paranoid Core
  3. Please Mr. Gunman
  4. Kill Yourself Live
  5. Night and Fog
  6. 21st Century Pharisees
  7. Hey Neanderfuck
  8. Prosperity Gospel
  9. Messiah's Lament
  10. Next Mass Extinction
  11. Oh Yeah


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