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Kankyo Ongaku: Japanese Ambient, Environmental & New Age Music 1980-1990

2019 (Light In The Attic)
ambient/elettronica, new age

Conoscendo anche sommariamente i tratti culturali del Giappone, chiunque potrebbe immaginare che il concetto di “musica ambientale” abbia avuto origine nel Sol Levante, di comune accordo con le filosofie zen e le pratiche meditative che ne sono parte integrante. Nel corso del Novecento si è certamente generato un gioco di rimbalzi, un interscambio favorito dagli interessi di John Cage e dal crescente desiderio dei musicisti occidentali – dall’utopia minimalista della Dream House ad Alvin Lucier – di trovare nuove e più ampie dimensioni temporali entro le quali indagare le fenomenologie del suono ed esprimere la propria interiorità.

Perciò, abbastanza curiosamente, i musicisti sperimentali dell’estremo Oriente hanno finito con l’ereditare i precetti estetici della rivoluzione di Brian Eno (a sua volta una possibile sintesi della musique d’ameublement di Satie), pur giungendo in seguito a plasmare la loro singolare forma di musica d’ambiente (kankyō ongaku). Questa ricca e preziosa raccolta, compilata da Spencer Doran (Visible Cloaks) e licenziata da Light In The Attic, ricopre l'arco di un solo decennio, eppure i contributi dei suoi protagonisti riescono a rappresentare tanto le espressioni più “vintage” quanto i primi germogli di una “scuola” che ancora oggi raccoglie devoti proseliti.

Nell'imperturbabile puntillismo di Satoshi Ashikawa e Yoshio Suzuki, ad esempio, non è difficile riconoscere la linea editoriale della 12k di Taylor Deupree. Le oniriche fluttuazioni della synth music di Yoshio Ojima, Hideki Matsutake e Shiho Yabuki, pur racchiudendo l'essenza delle innocue visioni sci-fi di fine secolo, sarebbero state in seguito mutuate dall'odierna vaporwave, nostalgia di un futuro bidimensionale e a bassa risoluzione.
L'attraversamento di innumerevoli sfumature sonore aiuta a comprendere quante differenti concezioni atmosferiche vanno a comporre il macro-insieme della kankyō ongaku: si va idealmente dal più lineiforme riduzionismo di Hiroshi Yoshimura (l’innocente cantilena infantile “Blink”), Yoshio Suzuki (“Meet Me In The Sheep Meadow”), Toshi Tsuchitori (“Ishiura”) e Fumio Miyashita (“See The Light”, equivalente new age di “Discreet Music”) passando senza indugio a variopinti paesaggi da letteratura fantastica come “Ear Dreamin'” di Yoshiaki Ochi, sorta di rivisitazione esotica e percussiva dell'Inno alla gioia di Beethoven, o il sacrale orizzonte marino di “Variation - III”, segmento dell'unico album collaborativo tra Masashi Kitamura e il collettivo Phonogenix (“Prologue For Post Modern Music”, 1984).

Nel mezzo di figure decisamente poco riconosciute a queste latitudini – benché note in patria alla stregua dei nostri pionieri – spiccano anche un paio di nomi illustri, come quello del premiato compositore di colonne sonore Joe Hisaishi, per decenni alla corte dello Studio Ghibli: pubblicato nell'album “Information” della Wonder City Orchestra (una vera rarità per collezionisti), “Islander” disegna un proprio piccolo mondo, giocando con flanger e arpeggiatori su un ritmo di tabla indiani. Ma trova spazio anche la storica formazione della star assoluta Ryuichi Sakamoto, che con la Yellow Magic Orchestra rappresenta una moderata eccezione nel panorama della compilation, facendo seguire a un incipit dal crescendo ansiogeno una cullante divagazione dal sapore kosmische (“Loom”).

La conclusione di questo viaggio immaginifico è affidata a un altro prestigioso membro del suddetto trio, Haruomi Hosono: composta come sottofondo per i negozi della catena MUJI, “Original BGM” (dove l'acronimo sta per background music) è l’ultima immersione in un giardino di quiete idilliaca che potrebbe di fatto costituire il manifesto dell'austerità compositiva di questa florida scena che, ancor più delle compagini europee e americane, sembra voler applicare i principî di una “studiata ingenuità” al servizio di atmosfere tanto semplici quanto evocative.
Per qualità media e importanza documentale, da adesso questa raccolta non dovrebbe mancare in nessuna collezione di ambient music che si rispetti.

La tracklist fa riferimento all’edizione in doppio cd. Il triplo Lp contiene due tracce esclusive: “Nagareru” di Ayuo Takahashi e “Dolphins” di Ryuichi Sakamoto. Curiosamente, la versione digitale disponibile su Spotify e Bandcamp conta soltanto dieci tracce.

28/02/2019

Tracklist

  1. Satoshi Ashikawa - Still Space
  2. Yoshio Ojima - Glass Chattering
  3. Hideki Matsutake - Nemureru Yoru (Karaoke Version)
  4. Joe Hisaishi - Islander
  5. Yoshiaki Ochi - Ear Dreamin'
  6. Masashi Kitamura + Phonogenix - Variation・III
  7. Interior - Park
  8. Yoichiro Yoshikawa - Nube
  9. Yoshio Suzuki - Meet Me In The Sheep Meadow
  10. Toshi Tsuchitori - Ishiura (Abridged)
  11. Shiho Yabuki - Tomoshibi (Abridged)
  12. Toshifumi Hinata - Chaconne
  13. Yasuaki Shimizu - Seiko 3
  14. Inoyama Land - Apple Star
  15. Hiroshi Yoshimura - Blink
  16. Fumio Miyashita - See The Light (Abridged)
  17. Akira Ito - Praying For Mother / Earth Part 1
  18. Jun Fukamachi - Breathing New Life
  19. Takashi Toyoda - Snow
  20. Yellow Magic Orchestra - Loom
  21. Takashi Kokubo - A Dream Sails Out To Sea - Scene 3
  22. Masahiro Sugaya - Umi No Sunatsubu
  23. Haruomi Hosono - Original BGM

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