Il disco, come del resto il singolo “Dylan Thomas”, ondeggia tra intuizioni melodiche più o meno fresche e accattivanti e altre molto più canoniche e preconfezionate (se non del tutto inconcludenti), dando in fin dei conti l’impressione di un sottofondo più disimpegnato di quello che vorrebbe essere.
Anche quando si cercano sbocchi sulla ritmica (“Sleepwalkin’”), cercando di evitare il pericolo sempre in agguato del duetto country (comunque presente in “Chesapeake”), si percepisce l’assenza di una vera identità di scrittura.
Non è insomma un problema di stile (non aiuta certamente il sound e gli arrangiamenti piuttosto impersonali), quanto di scrittura e di ispirazione mediocri.
(31/01/2019)