Nomi, stili, suggestioni straniere, eppure – ed è un bene – i Two Hicks One Cityman sono un prodotto nostrano. Il giovane power-trio di Mantova annovera al suo interno Alessandro Castagnoli alla voce, chitarra e piani elettrici, Francesco Zaniboni al basso e synth e il batterista Giorgio Caiazzo: dopo le passate esperienze in altri progetti e i positivi riscontri dell'esordio “Lonely Nights” del 2017, eccoli alla tanto temuta prova del secondo disco. Si chiama “Ukiyo”, termine giapponese intento a definire sia la corrente artistica della celebre Grande Onda di Kanagawa, sia un senso di quiete nella concezione buddhista: un'infatuazione per il mondo nipponico esplicitata anche dal video del singolo “Love The Vibe”.
Le otto tracce che compongono “Ukiyo” ne fanno un flusso pop scatenato, da cui si diramano viraggi funk, indie-pop, soul e i recenti e ben calibrati innesti dei sintetizzatori. Un giro in una città dalle mille sfaccettature colorate e ammalianti (come suggerisce la copertina di Marco Bresciani ed Elia Capitani), un mix suonato in maniera impeccabile, come “Funk#88” palesa fin dalle prime battute con il suo ritornello e il trascinante assolo. Apertura perfetta per far ambientare l'ascoltatore nel vivace mood. Nella successiva “What If I” si palesa una delle influenze più vistose del disco: i Phoenix, il cui retrò-style caratterizza chitarre, cori e l'intro della successiva “Marineo”. Il viaggio sonoro continua con “I Wanna Something” e “Let The Music Play”, il passaggio più soul di “Ukiyo”. Vista l'ambientazione 80's, non poteva mancare un pezzo seducente e intriso di new wave come “Until Dawn”.
Chiuso da “Somebody Just Like You” con annesso bel tocco del sax di Dario Acerboni dei The Lemon Squeezers, “Ukiyo” dei Two Hicks One Cityman è un riuscito e gradevole concentrato pop che non ha nulla da invidiare alla concorrenza internazionale. Figuriamoci quella italiana...
11/04/2019