Squarciare la routine quotidiana e inventarsi qualcosa di divertente per rompere la noia, la prima grande nemica della vita in provincia. È questo il senso di “Day Ripper”, titolo del terzo album in studio, e pure di un motto come “when there’s no good shit around you better form a band” che non a caso i Bee Bee Sea hanno forgiato fin dalla prima ora, accompagnati dall'idea che il loro gruppo sarebbe diventato ben presto qualcosa di più di un semplice passatempo post-lavorativo. La storia ha dato ragione al terzetto mantovano - Damiano Negrisoli aka Wilson Wilson a chitarra e voce, Giacomo Parisio al basso e Andrea Onofrio alla batteria - che al terzo album in studio si dimostra come una delle realtà più rilevanti della scena garage-rock italiana e non solo, come testimoniano i tour americani degli ultimi anni.
Il trio di Castel Goffredo non ha alcuna intenzione di introdurre motivi di novità dentro al proprio sound, un miscuglio di garage-rock'n'roll dal retrogusto psych e non di rado applicato su metriche punk. È vero piuttosto che “Day Ripper” appare fin da subito come il disco nel quale lo stile dei Bee Bee Sea trova un equilibrio a dir poco invidiabile nella capacità di far esaltare il lato più melodico e spigliato, facendo emergere una schiettezza che, pur senza far scadere la materia (anzi), la rende maneggiabile e assolutamente godibile già dai primissimi ascolti: in altre parole, una sintesi ulteriormente affinata di quel mix di assalti con la baionetta e melodie cristalline che esaltavamo già tre anni fa in occasione dell'uscita di “Sonic Boomerang”.
D'altro canto, il bello dei Bee Bee Sea è che, pur suonando un genere a dir poco inflazionato nell'ultimo decennio, sono difficilmente confrontabili con altre band. Hanno sicuramente più di qualcosa dei Ramones, ma rivisti in chiave contemporanea, e probabilmente c'è pure tra le pieghe dei brani l'influenza dei Thee Oh Sees e più in generale di un certo alt-rock americano.
Di certo c'è che fin dalle prime note di “Daily Jobs”, si entra nell'universo del terzetto virgiliano, una teoria di brani che amano cambiare velocità e umore da un istante all'altro, riuscendo tuttavia a contagiare in men che non si dica. “Be Bop Palooza”, dedicata al MetaPalooza che i Bee Bee Sea concorrono a organizzare ogni anno nel loro paese natale, è un pezzo tanto appiccicoso quanto efficace nella sua insostenibile leggerezza, al pari della conclusiva, clamorosamente a fuoco “Daily Ripper”: non è forse questo che chiediamo a un inno rock?
Non mancano pezzi più ruvidi, come una “Drags Me Down” che libera l'anima punk-rock e dice molto sull'impatto che la band lombarda sa sfoderare sul palco. Ma è quando gettano nella mischia schegge impazzite come “Destroy”, “Horst Klub” o “Telephone”, esplicitando il lato weird della loro personale formula che i Bee Bee Sea sembrano tirare fuori il meglio. Perché anche diversi è una cosa seria, e “Day Ripper” è lì a dimostrarlo.
09/10/2020