Il duo tedesco Haus Arafna, composto dagli elusivi Mr. e Mrs. Arafna, è il simbolo di una nicchia molto particolare della scena post-industriale, il cosiddetto angst-pop. Termine questo che in realtà ha ben poco a che fare con il pop come tradizionalmente inteso, e che indica una fusione tra minimal wave, power electronics, noise, darkwave, industrial, e dark ambient dai toni ora noir e allusivi, ora aspri e taglienti. Non solo questa nicchia musicale vede come numi tutelari i due artisti, la loro label Galakthorrö ha permesso la pubblicazione di vari nomi vicini a questo sentire, come Te/DIS, Subliminal, Nightmarish, o il progetto parallelo del duo stesso a nome November Növelet, caratterizzato da toni ancora più minimali ed evocativi.
Con "Asche" gli Haus Arafna presentano il loro sesto album in trent'anni di carriera, a quasi dieci anni di distanza da "New York Rhapsody". Se il precedente album vedeva una maggiore presenza di elementi mutuati dalla loro esperienza con i November Növelet, con il nuovo disco i Nostri sembrano guardare ai loro primi passi, riprendendo il loro animo più noise e corrosivo.
"Leiden An Deiner Statt [Schwarzer Strom I]" apre i cancelli arrugginiti del disco con i suoi ronzii allarmanti, presto mutuati in suoni distanti di matrice dark-ambient, scandagliati da ritmiche meccaniche e striscianti. Il passo snervante incontra ruggiti industriali in una tensione tenuta sospesa, mentre nella seconda parte una voce filtrata declama nere lezioni.
"Asche [Wir gehen auf]" spinge il concetto di minimalismo verso le sue estreme conseguenze: suoni sparsi configurano un drone che ha il gusto della suggestione e del suono di sottofondo, i timbri vocali sono così tanto manipolati da diventare vaghi spettri, e improvvise distorsioni compaiono per poi sparire subito.
"Sieh Mich An [Wenn du stirbst]" è un perfetto esempio della loro commistione di tratti minimal e power electronics, offrendo marce ritmiche sospese tra loop oscuri e grida rabbiose. Un’atmosfera malsana e volutamente sgradevole riesce a essere anche ammaliante e ipnotica grazie ai mantra ossessivi della sezione ritmica. Il modo migliore per descrivere "Asche" è probabilmente sulla carta il più banale: qui gli Haus Arafna fanno gli Haus Arafna.
Ebbene, cosa significa tutto questo? Che semplicemente tornano all’essenza del loro suono, regalandoci nuovi episodi di scheletrico nichilismo sonoro. Riuscire a variare il tema di uno stile opprimente e volutamente spoglio come quello qui affrontato non è per tutti, e il rischio della noia è molto reale in mani non esperte. Per fortuna stiamo parlando di chi ha creato questa corrente e riesce ancora oggi a guidarla con una disinvoltura che è propria di chi possiede un certo suono a livello intimo. Un graditissimo ritorno.
13/11/2020