Kenshi Yonezu

Stray Sheep

2020 (Sme)
j-pop, alternative rock, alternative r&b

Kenshi Yonezu (in kanji: 米津玄師), nato nel 1991 in una zona rurale dello Shikoku, è uno dei tanti testimoni di come il web abbia cambiato il rapporto fra pubblico e musicisti. Senza alcun contratto o promozione di alto profilo alle spalle, nel 2009 inizia a produrre musica con il moniker Hachi (ハチ), utilizzando Vocaloid, il software per sintesi vocale della Yamaha. Nel giro di un anno le sue canzoni iniziano a circolare sulla piattaforma web Niconico, ottenendo milioni di visualizzazioni, in particolare “Matoryoshka”, cantata utilizzando Hatsune Miko, il più celebre applicativo del Vocaloid. Nel 2010, visti i crescenti riscontri pubblica in proprio due album, che contengono la musica più complessa abbinata fino a quel momento al pop giapponese per Vocaloid: una sorta di chiassoso rock alternativo dall’indole prog, con alta densità di Bpm.

A quel punto decide di utilizzare la propria voce: il disco successivo, “Diorama”, lo pubblica così direttamente col suo nome, nel 2012. Da lì è una scalata continua: nel 2014 “Yankee” è il suo primo album pubblicato da una major (la Universal), nel 2015 “Bremen” lo porta per la prima volta al numero 1, nel 2017 “Bootleg” supera il milione di copie vendute (metà fisiche, metà digitali).
Il successo di “Bootleg” è tale che Yonezu decide di non affrettare i tempi per il suo seguito. Nei tre anni successivi si limita a pubblicare un nuovo singolo ogni tanto e tutti sembrano volere il suo contributo: finisce così a fare sigle per serie televisive e cartoni animati, ma anche a produrre brani per altri artisti.
Nel frattempo continua a macinare record, in particolare quando “Lemon”, uscita nel marzo del 2018, diventa la canzone giapponese più ascoltata di sempre su YouTube.

L’impressione che si trattasse del musicista giapponese più popolare degli ultimi anni ha avuto piena conferma la scorsa settimana, quando il nuovo album ha posto fine a una lunga attesa, vendendo oltre un milione di copie in una settimana (per la precisione, 880mila cd e 135mila equivalenti digitali). Una tale popolarità non è venuta senza qualche compromesso: fra i quindici brani in scaletta affiora qualche eccesso di glucosio, nella forma di una manciata di ballate orchestrali, ma nel complesso il risultato è impressionante. Nove brani hanno un passo andante, quando non frenetico, e fra svisate dissonanti, arrangiamenti sperimentali e ricercatezze ritmiche, mostrano un giovane artista sul tetto del mondo.

“Campanella”, in apertura, è dedicata all’omonimo protagonista di “Una notte sul treno della Via Lattea” di Kenji Miyazawa, uno dei capolavori della letteratura giapponese, di enorme influenza sulla cultura popolare locale. Yonezu mostra da subito la propria caratura tecnica come cantante: potente, capace di gestire falsetti e spiazzanti cambi di tono, con increspature usate a mo’ di piccole fratture dissonanti. Ben si abbina a un brano dove una stratificata sezione ritmica (linee di basso jazzate, rullanti marziali, campionamenti di imprecisati suoni trovati: calpestio di pozzanghere? Cucchiai che raschiano scodelle?) si intreccia a solenni toni di sintetizzatori, campane, ronzii elettronici e linee mutanti di chitarra funk, suonata dallo stesso Yonezu.
In “Flamingo”, uscita come singolo verso la fine del 2018, la componente funk è ancora più marcata, con tanto di sezione fiati. Il pezzo ha incontrato grande successo a dispetto della sua particolarità: i suoi tre minuti di durata sono continuamente traversati da onomatopee (sbuffi, soffi, schiocchi di lingua), gli arrangiamenti si riempiono e si svuotano senza preavviso, e la linea vocale principale si ondula in forme sgraziate che sembrano tratte dal folk locale (si ascolti l’intermezzo da 2’ 05’’ a 2’ 40’’). Nel relativo video Yonezu dà grande prova anche come ballerino.

“Placebo”, unico duetto dell’album, è cantata insieme a Yojiro Noda, leader dei Radwimps (band a sua volta molto popolare, spesso indicata da Yonezu fra le sue preferite): la voce tagliente di Yonezu e quella più delicata di Noda si intersecano alla perfezione, su un battito electro-disco di grande raffinatezza.
“Paprika” è stata in origine scritta per i Foorin, gruppo vocale composto da bambini, su richiesta dell’emittente televisiva Nhk, per fare da tema alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Reincisa da Yonezu, diventa un moderno r&b traversato da inaspettati flauti folk e passaggi di shamisen (strumento a corde locale, utilizzato spesso durante le rappresentazioni di teatro tradizionale).
“Yasashii hito” è una ballata intimista, la migliore del lotto, in quanto esente da eccessi: si libra eterea, gonfia d’eco, su un arrangiamento da camera traversato da tenui rivoli di pianoforte.

“Lemon”, come si diceva, è il suo pezzo più famoso: un buon midtempo, melodicamente generoso, ma la romantica sezione d’archi mostra un filo di furbizia di troppo, come forse anche quella di “Umi no yuurei” (colonna sonora dell’anime “Children Of The Sea”).
Non sono in alcun modo momenti di scarso valore: si può tutt'al più discutere su quanto si sposino a un disco che per il resto è fatto di storture e passi dinoccolati. Come quelli di “Himawari” (sorprendente ibrido fra funk rock e folk giapponese), di “Mayoeru hitsuji” (introduzione con batteria industrial, chiusura con pianoforte jazz), di “Décolleté” (alternative r&b con battimani flamenco e fisarmonica tanguera) e di “Teenage Riot”, il pezzo più rumoroso del disco: un rock alternativo che mostra i muscoli, senza per questo rinunciare al cervello, come rivelano la complicatissima metrica vocale, i ritocchi di piano elettrico e fiati trattati, il finale con basso sintetico e chitarre prog.

Se Yonezu smettesse di pubblicare musica domani, avrebbe comunque già assicurato il proprio posto nella storia della musica giapponese. L’augurio è che non si lasci travolgere dagli ossequi di un mondo che ormai sembra ai suoi piedi, fra Sony e Uniqlo che gli si sono offerti come sponsor e il videogioco “Fortnite” che lo scorso 7 agosto gli ha riservato un’esibizione esclusiva in diretta mondiale.

19/08/2020

Tracklist

  1. カムパネルラ (Campanella) 
  2. Flamingo
  3. 感電 (Kanden)
  4. Placebo
  5. パプリカ (Paprika)
  6. 馬と鹿 (Uma to shika)
  7. 優しい人 (Yasashii hito)
  8. Lemon
  9. まちがいさがし (Machigai sagashi)
  10. ひまわり (Himawari)
  11. 迷える羊 (Mayoeru hitsuji)
  12. Décolleté
  13. Teenage Riot
  14. 海の幽霊 (Umi no yuurei)
  15. カナリヤ (Canary)






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