Military Genius

Deep Web

2020 (Unheardofhope/Tin Angel)
post-rock, experimental

Non ama seguire regole e metodi creativi, Bryce Cloghesy Hildebrand, né ama rifugiarsi dietro etichette o identità stilistiche ben definite. Un'attitudine che era già evidente nel progetto Crack Cloud e nell'ancor più estremo, ed estemporaneo, NOV3L. Sotto le spoglie di Military Genius il musicista canadese elabora nuove prospettive post-punk e sperimentali, tenendo a bada quel fervore e quell'aggressività mai domate negli altri due progetti sopracitati. Le barriere espressive sono quelle del kraut-rock, del jazz, del contenuto flusso ritmico dei Gang Of Four e, strano a dirsi, di certe soluzioni tipicamente rap e trip-hop, racchiuse in una logica lo-fi che anima questo rocambolesco esordio "Deep Web".

Destabilizzare e confondere la percezione, e dunque la natura delle composizioni è, in verità, l'intento principale di Bryce Cloghesy. Un obiettivo pienamente raggiunto in questo esordio, non facile nella sua messa a punto, tanto da esser non proprio semplice da trasferire in sede live, dove il suono del basso e della chitarra tendono spesso a primeggiare sulle sfuggenti ed esoteriche ondulazioni elettroniche. Sassofono, basso, armonica, tastiere, loop e batterie elettroniche sono il corpo molecolare di un cupo ma mai claustrofobico album, dall'incedere cinematico, a volte apparentemente svogliato, al contrario studiato e calibrato con la sapienza di un musicista avantgarde e una verve free tipicamente jazz. La musica dei Military Genius è come un enorme blob, una massa gelatinosa che assorbe qualsiasi stimolo esterno e lo rielabora secondo un protocollo rigidissimo eppur fluido e intercambiabile.

Non è peregrino il paragone con i Disco Inferno o i Bark Psychosis, c'è la stessa energia post-industrial di chi ha assorbito una generazione di suoni rabbiosi estremi, punk, new wave, death-metal, noise e ha infine trovato negli abbandonati e incidentali spazi vuoti il suono di quello che in molti chiamano silenzio e che invece è il profumo dell'apocalisse. Apocalisse, sia ben chiaro, intesa non come tragedia o catastrofe ma come rivelazione, conoscenza e ragione, filtrata attraverso sogni e visioni. Sono infatti visionarie le appena accennate dissonanze della title track, la cui evoluzione è preda di suoni fisicamente esuberanti, devitalizzati e decontaminati attraverso filtri noise, jazz, oscuri, tenebrosi.

Il piacere ultimo è dunque quello di svelare le radici contaminate dalle insolitamente acide e psichedeliche sonorità, caratterizzate da una musicalità schiumosa, ricca di sfumature e di dettagli. Il passo lento, quasi underground di "Focus" è in tal senso emblematico e indicativo della capacità di Bryce Cloghesy Hildebrand di mettere nello stesso paniere jazz, noir, blues e country attraverso l'utilizzo di elementi antitetici come armonica, percussioni, loop e voci filtrate, quasi come un novello Mark Hollis.
È istintivo e immediatamente percepibile il richiamo alle tormentate intuizioni rock-blues alla Suicide di "When I Close My Eyes" e sono avvincenti e stravaganti le movenze funky immerse in fluidi hip-hop e jazz della più eccitante e immediata "Let My Guard Down".

La stessa sequenza delle otto tracce ha una logica creativa e artistica ben definita: le canzoni passano man mano da una sceneggiatura quasi cinematografica, a una più rarefatta e immateriale, immergendo le ultime tracce nelle oscurità di soundscape etereei, ai confini di una catarsi ultraterrena che anticipa l'inevitabile catastrofe ("The Runner"), cadenzati su beat ossessivi addestrati a tempo di blues, post-rock ed elettronica. Ed è proprio "The Runner" il penultimo step prima della discesa negli inferi brumosi dell'ultima modulazione sonora dell'album ("Born Blind"), con la voce di Bryce Cloghesy Hildebrand che accenna un cantato più umano e speziato, che solo per un attimo sembra voler violare le gabbie espressive della musica dei Military Genius, per poi tornare a rintanarsi in angoli bui e solitari, in attesa di riemergere e comparire in altri luoghi non solo fisici ma anche spirituali, nelle profondità della moderna società, ossia nel "Deep Web".

05/03/2020

Tracklist

  1. Deep Web
  2. Focus
  3. Not Tonight
  4. When I Close My Eyes
  5. L(et) M(y) G(uard) D(own)
  6. Reflex
  7. The Runner
  8. Born Blind




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