Disco Inferno

The 5 Eps

2011 (One Little Indian)
post-rock

Disco Inferno e il post-rock. Disco Inferno è il post-rock. Congiunzione e verbo tutto in uno.
Siamo nel 1994 quando, mentre c'è chi piange l'ultimo martire rock, Kurt Cobain, sulle pagine di The Wire Simon Reylonds battezza e censisce, appunto, il post-rock. Nei nomi in esame, tutti inglesi, oltre al rifiuto della canonica forma-canzone, il comune denominatore è il ridimensionamento dell'oggetto chitarra (e dunque del riff): c'è chi la richiama (i Seefeel) o chi la passa attraverso un software (gli Insides). In sostanza, non si vive per essa, o quantomeno non per com'è nota. Per di più c'è chi, folgorato da un concerto degli Young Gods e dai Bomb Squad (i produttori dei Public Enemy), va addirittura oltre.

I Disco Inferno nascono nel 1989 come rigurgito tardo wave. Sono in quattro e suonano solenni, al crocevia tra Durutti Column e Joy Division. Niente che non vada, ma in giro c'è gente che valica steccati e annienta certezze (due nomi su tutti: My Bloody Valentine e AR Kane), per non dire del rischio di venir confusi con qualche neo (conservatore) britpopper. Il periodo in seno alla Ché Records si consuma nel solo 1991 e produce un singolo e un extended, "Entertainment" e "Science", nonché il disco "Open Doors" (tutto ciò verrà poi assemblato in "In Debt", nel 1992).
Quando firmano per Cheree, alla dipartita di Daniel Gish (andrà nei Bark Psychosis), Ian Crause, Rob Whatley e Paul Wilmot sono già in mutazione: la chitarra di Crause (pure alla voce), al posto dei pedali vede ora una guitar-synth che permette - via midi - un sample diverso per ogni corda; e anche la batteria di Whatley, adesso elettronica, fa di ogni pad un campione. Solo il basso di Wilmot rimane intatto. E sono questi i Disco Inferno che tra un furto della strumentazione e crisi di identità, tra il 1992 e 1994, andranno in missione.

Da qui in avanti due dischi di cui almeno uno fondamentale, "D. I. Go Pop", e un pugno di extended che la One Little Indian oggi fa riemergere e ristampa.
E dunque l'approdo su Cheree, nel 1992, a bagnare il nuovo corso. Le due tracce di "Summer's Last Sound" tagliano con ogni passato. Se "Love's Stepping Out" reitera un feeling quasi Terry Riley-ano, la title track muove come onirica ambient (se non fosse per il cantato, potrebbe sembrare un outtake da "Chill Out" dei Klf, se non un frammento da "Adventure Beyond Ultraworld" degli Orb) e vi troverete pure tangenze con l'ultimo Fennesz e Mark McGuire. Cinguettii d'ogni dove e library saccheggiate (dalla Bbc agli archivi hollywoodiani) per un campo, quello del sampling creativo, proiettato ora su di un nuovo livello: Come dice Reynolds, "Crause sfrutta tutte le tradizionali tecniche chitarristiche: dal blending (hai letteralmente la sensazione di piegare i sample) all'improvvisazione". I campioni dunque si pressano, allungano, deformano - come si manipolasse uno di quei gommosi antistress, e a ogni movimento fuoriuscisse un suono sempre diverso, seppur non cambi la sorgente - sino a farsi irriconoscibili. Delegittimati.

Il passaggio alla Rough Trade, dopo il fallimento della Cheree, oltre a garantire una fissa dimora (vi rimarranno sino agli ultimi giorni), segnerà i migliori momenti dei Disco Inferno. "A Rock To Cling To" consta ancora di due tracce: una, quella omonima, è un post-punk alla vecchia teso e buio, mentre "From The Devil To The Deep Blue Sea" sembra un episodio dei Joy Division (la linea di basso) nel quale a Curtis si preferiscono rumori di vetri infranti, clangori pseudo-industriali e autistiche frasi di pianoforte. Nel successivo "In The Last Dance" il raggio creativo si espande. Se la ballata spettrale alla Current 93 "Scattered Showers" e il baccanale shoegaze di "D. I. Go Pop" dicono la loro, è la magnifica title track stile New Order - non a caso, in cabina di regia siede Michael Johnson che di Sumner & Co fu collaboratore - a svettare. C'è, insomma, una marcia di avvicinamento al fatidico 1994, anno di "D. I. Go Pop" e della partecipazione, con "Lost In Fog", alla seminale compilation "Ambient 4: Isolationism".

I Disco Inferno, ora, sono tra paladini del nuovo pensare (post-)rock, e con Seefeel, Main e God (gente comunque diversissima tra loro) appartengono, di riflesso al britpop, all'altra Albione.
Subito a ridosso del full-length la band licenzia il quattro tracce "Second Language". Il suono si fa carezzevole, delicato, tipo certe pagine di quel Vini Reilly - visto però con occhi altri - che Ian Crause ancora rimembra. Del celestiale ma orgiastico sampling di "Go Pop" c'è solo una eco lontana (nella title track), e "At The End Of The Line", "A Little Something" e "The Atheist's Burden" (il cui beat tradisce certe scappatelle dance made in Factory) potete tranquillamente ascoltarle, senza rabbrividire, dopo un "The Return Of The Durutti Column".
Il magico 1994 si chiude con "It's A Kid's World", ultimo Ep in esame che sulla scia di "D. I. Go Pop" (vi trovavate, tra i tanti, campioni di Miles Davis e U2) gioca con i grandi nomi. Ad esempio "A Night On The Tiles", che tratta il sample di "Je Ne Regrette Rien" di Edith Piaf su di un canovaccio quasi Residents-iano, oppure l'assordante title track nata sul drumming di "Lust For Life" di Iggy Pop. A chiudere la nota e sinistra "Lost In Fog".

Nei Disco Inferno l'uso del campione vide una nuova luce. Raccolsero l'insegnamento (la sfida) di Eno/Byrne, Negativland, MARRS e JAMMs e dissero la loro. Produssero musiche bellissime, tra le migliori di quel periodo, rimanendo comunque elitari. Registravano in presa diretta come un ossuto gruppo rock, ma del rock evitavano forma e dogmi.
"Noi siamo odiati, e lo siamo perché sufficientemente pretenziosi da osare", diceva Ian Crause al Melody Maker, nel 1994.
Tanto basta.

17/09/2011

Tracklist

  1. Summer's Last Sound
  2. Love Stepping Out
  3. A Rock To Cling To
  4. From The Devil To The Deep Blue Sky
  5. The Last Dance
  6. D.I. Go Pop
  7. The Long Dance
  8. Scattered Showers
  9. Second Language
  10. The Atheist's Burden
  11. At The End Of The Line
  12. A Little Something
  13. It's A Kid's World
  14. A Night On The Tiles
  15. Lost In Fog 

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