Svegliarsi una mattina e ritrovarsi su Pitchfork, per di più proponendo un genere musicale poco frequentato su quelle pagine e provenendo da un paese senza troppo fascino esotico. A Silvia Tarozzi, violinista, compositrice e cantante italianissima, è accaduto poco giorni fa, e sarà senz’altro stata una soddisfazione pazzesca. Il suo intero percorso artistico è stato incentrato sulla ricerca applicata al suono, spesso attivata attraverso collaborazioni in grado di sviluppare l’estro improvvisativo. Da molti anni fa coppia con la violoncellista Deborah Walker, esibendosi regolarmente in festival e sale da concerto di tutto il mondo, agevolata da un periodo nel quale sta risultando hype tutto ciò che ruota intorno al modern classical.
Per “Mi specchio e rifletto” ha scelto di mettere in musica stralci di scritti della poetessa Alda Merini: il risultato è a dir poco strabiliante. Non si tratta di un disco pensato (soltanto) per dar sfoggio dei tecnicismi al violino o delle preziose sfumature vocali della Tarozzi: per questo basterebbe l’ascolto della sola “Siedimi accanto”. No, questo è un lavoro di profonda sperimentazione, nel quale il gusto per la scoperta non resta mai fine a sé stesso ma crea risultati sovente inattesi. Un esempio chiarificatore è dato da una traccia come la title track, che proprio come uno specchio rimanda in mille rifrazioni una frase ripetuta in loop, soltanto una frase, soltanto la voce di Silvia, senza nulla altro, può dar vita a una canzone.
Numerosi gli interventi di altri strumenti musicali, non soltanto della tradizione strettamente orchestrale, quali flauti, sax e archi, bensì anche chitarre elettriche che disegnano scenari cari ai Pink Floyd in “Hai nella bocca il silenzio” e synth dal mood carpenteriano in “Domina”. E ancora la ricerca di interferenze vagamente disturbanti in “L’assenza” e nella coda di “La sostanza dell’affetto”, i riferimenti jazzy di “Hai nella bocca il silenzio” e “Sembra neve”, il gusto per la ripetizione espresso in “Spazio” e i rumorismi nella breve “…e non volevi le ali”. Sino alla marea massimalista di “xxx Anna”, che pone il sigillo finale su un disco non per tutti, ma nel quale chiunque potrà individuare elementi di personale interesse. Che certifica in maniera definitiva lo spessore di un’artista della quale poter essere patriotticamente orgogliosi.
07/09/2020