"Traditional Techniques", un po' come "Sparkle Hard", e a differenza di "Groove Denied", è comunque un ritorno alle radici (o alle tradizioni, appunto) americane; là si trattava di un rock un po' più classic rispetto al solito, qui di un vero e proprio viaggio nel folk che è in primis quello a stelle e strisce, ma non solo - le prolungate divagazioni di "ACC Kirtan", guidate dal suono del sitar, sono lì a dimostrarlo, così come gli strumenti afghani che compaiono qua e là nei brani. Del resto queste canzoni sono nate mentre veniva registrato il disco uscito due anni fa, e poi rielaborate con i contributi di Chris Funk (Decemberists) a livello di arrangiamenti e di Matt Sweeney (Bonnie "Prince" Billy) per i contributi alle chitarre.
Il repertorio di "Traditional Techniques" è in larga parte acustico, spesso tradotto in preziose ballate - "The Greatest Own In Legal History", "Signal Western", "Amberjack" - ma anche in midtempo elettroacustici (il singolo "Xian Man") e contaminazioni folk a stelle e strisce ("Cash Up", "Brainwashed"). Il marchio di fabbrica del Malkmus che meglio conosciamo si contraddistingue nella traiettoria obliqua di "Shadowbanned", l'unico capitolo vagamente Pavement-iano del lotto insieme a "juliefuckingette", e nella peculiare poetica agrodolce di "What Kind Of Person" che si sviluppa sopra strati di arpeggi chitarristici.
Lavorare sulla tradizione per darle nuove forme e contenuti, tornare indietro per andare avanti: in ogni caso, in casa Malkmus l'importante è come sempre scongiurare il rischio di restare fermi.
(10/03/2020)