Genune è un termine rumeno (utilizzato prevalentemente in forma poetica) il cui significato rimanda al baratro, all’abisso. Da queste profondità nasce un progetto destinato a far parlare di sé, soprattutto nei circuiti post-black metal contemporanei.
Fin dalla copertina del disco (dove compare l’immagine di una famiglia in abiti tradizionali), questo “Inert & Unerring” ci trasporta nella Romania più remota, un luogo in apparenza ancora incontaminato e pregno di tradizioni contadine: la componente folk qui però è soltanto accennata (nella delicata nonché struggente parentesi acustica di “The Pyres Of Autumn”), perché quello dei Genune è soprattutto un concept le cui tematiche esplorano l’eredità del passato storico e la sua influenza sull’inconscio collettivo. Un senso di sfiducia nel prossimo, di isolamento e di (auto)esilio che sembra aver segnato il popolo rumeno dopo la caduta del regime comunista (la conclusiva “Eastern European Discontent” trasuda un senso di totale amarezza e malinconia).
“Inert & Unerring” è un album piuttosto breve e omogeneo, composto da tre brani che si aggirano attorno ai dieci minuti e dal succitato intermezzo strumentale. Se con “Unworthy Sons & Daughters” si intravede tutto il potenziale del trio, è con la successiva “To Drown Within Yourself” che i Genune dimostrano di essere in grado di competere su larga scala: sono soprattutto le atmosfere sospese a colpire il bersaglio, un’alternanza ben assortita tra post-black metal dalle suggestioni bucoliche (a volte tornano in mente gli ultimi Fluisteraars) e un senso di costante inquietudine suggerito da alcuni ispirati break di matrice post-rock.
“Ciò che ho amato innanzitutto della Romania è stato il suo lato estremamente primitivo”, così aveva scritto Emil Cioran. Partendo da questo presupposto, “Inert & Unerring” affonda le sue unghie nell’identità e nel temperamento di questa nazione, portando in superficie lo spirito profondo di un presente controverso, riflessioni autentiche che passano anche attraverso gli ultimi lavori dei compianti (e conterranei) Negură Bunget. Forse abbiamo trovato i loro eredi.
18/06/2021