Se c'è una girlband che ha saputo trarre il meglio dall'extended play (che, ricordiamolo, è il formato discografico per eccellenza del k-pop) e approcciarne la relativa brevità con un concentrato di melodie assassine e produzioni più stravaganti rispetto alla media, questa risponde al nome di WJSN, o Cosmic Girls, per chi non ha dimestichezza con i hangeul. Con un concept generale che, come da nome, risponde all'universo e ai suoi misteri, un tocco simbolista man mano accentuato e un bagaglio produttivo affinato di uscita in uscita, la formazione, che conta ben tredici membri, ha saputo accattivarsi le grazie del pubblico anche in assenza di un management potente alle spalle, e giocarsi tutte le carte a disposizione. “Unnatural”, nono (!) Ep in carriera, a conti fatti suona come un traguardo raggiunto, la quadratura di un cerchio che porta a un pugno di canzoni non necessariamente avventurose, eppure mature, tanto poderose nelle loro vesti dance quanto sfumate al calar del ritmo. C'è modo di scavare la propria nicchia, se si pianifica a modo.
Anche in assenza dei tre membri cinesi, lontani per conflitti nei programmi, il gruppo non perde in coesione e compattezza, anzi, piuttosto ne approfitta per redistribuire le linee vocali e cesellare al meglio canzoni di sicuro impatto. La title track, forse la migliore in una carriera già piuttosto prolifica, imposta immediatamente il tono, con la sua epica spaziosa ma mai eccessiva, il concetto spaziale che dai synth quasi si riverbera in un testo eppure molto romantico, l'alternanza coreano-inglese che amplifica il tono euforico del ritornello, portato a costanti accrescimenti strumentali.
Laddove “New Me” viaggia sulle coordinate synthwave che hanno fatto la fortuna delle Everglow e di Eyedi (piegate però a un tono quasi più disperato), “Yalla” fa inversione a U e sposa la dance sbarazzina delle Loona e delle Twice, senza peccare in eccessi zuccherini ed eccessive derive aegyo.
È un peccato che un prodotto così ben cesellato (anche in assenza di complicati equilibrismi come quelli per “Pantomime” e “Luckitty-Cat”), capace di dosare umori e registri con ottima consapevolezza dei meccanismi (dance-)pop, debba chiudersi impiegando lo stratagemma più abusato del k-pop tutto. Vero è che da parte delle Cosmic Girls le ballatone strappalacrime non sono proprio un'ovvietà, e che un brano come “잊지 마 (나의 우주)” ha pure una certa pregnanza che la tiene alla larga dalla banalità degli ultimi successi trot, eppure dopo una cinquina di brani ben più elettrizzanti, un tale congedo spegne davvero gli entusiasmi. Poco male, si fa presto a non considerarla, ma la sua eventuale assenza avrebbe modificato in meglio gli equilibri. Anche così, in casa WJSN c'è voglia di aggiornarsi, di maturare, di costruire il proprio spazio nel genere. Ora più che mai, l'obiettivo è stato centrato.
03/05/2021