Andrew Combs

Sundays

2022 (Loose)
folk, pop

Quell’audacia e quell’angoscia che Andrew Combs ha disseminato nei quattro album pubblicati tra il 2012 e il 2019, celandola tra eleganti e poetiche canzoni urban-folk, è ora emersa in superficie, contrassegnando a fuoco il nuovo disco “Sundays”.
Durante il forzato lockdown causato dalla pandemia, il cantautore di Nashville ha affrontato seri problemi psicologici che lo hanno destabilizzato e debilitato mentalmente e fisicamente, ragioni profonde del cambio di rotta stilistico che agita queste undici nuove canzoni. Oscurità e grigiore dominano, non solo nella foto di copertina che avvolge nel buio due immagini del volto del musicista, ma anche nelle tematiche dei testi. Amore e morte tracciano le fila, coinvolgendo in questa greve inquietudine anche le pregevoli intuizioni melodiche di Combs.

“Sundays” è un album rigoroso, minimale, non è un caso che il musicista americano abbia scelto la registrazione monofonica al fine di coglierne il respiro profondo e sofferto. Il supporto di Jordan Lehning e Dominic Billett in fase di produzione e arrangiamento, nonché quei rari momenti di luce e brio ritmico, non stemperano del tutto il tono plumbeo dell’album, ciò nonostante lo rendono più definito e variegato.
Nel raccontare questi ultimi anni dolorosi e psicologicamente devastanti, Combs trova il coraggio per uscire dall’aurea cerchia dei songwriter neo-folk: gli accordi nudi e aspri di “God(less)” che aprono l’album non lasciano alcun dubbio, è l’imperfezione la nuova fonte d’ispirazione del musicista americano, anche quando adagia una melodia pop dal taglio più classico, è percepibile un turbamento emotivo che odora di contemporaneità (“The Ship”).

L’immaginario poetico di Combs resta saldamente in prima fila, a partire dall’omaggio alla cinematografia di Ingmar Bergman nella densa e corposa “Anna Please”: un folk-soul che il musicista interpreta con tonalità androgine che graffiano l’anima, mentre il suono del di sax prende per mano ansie e sofferenze di un mondo femminile spesso incompreso.
E’ un percorso a ostacoli, quello tracciato da Combs: le canzoni sono costantemente preda del dubbio e della malinconia, con toni ora più intimi e confessionali (“Mark Of The Man”), ora più sensuali (“Truth And Love”), ma sempre densi e intensi al pari del John Martyn dei primi anni 80.
Il rock’n’soul di “Still Water” e la più “solare” melodia di “Adeline” aggiungono tensioni, emozioni e sfumature di colore, restando sempre fedeli a quel mix di gioia e sconforto che anima “Sundays” e che trova nella pagina conclusiva un profilo quasi drammatico e solenne (“Shall We Go”), appena sorretto dal suono di un harmonium e da un canto gospel-blues.

“Sundays” più che un grido sofferto è una testimonianza, un resoconto di quelle grigie domeniche passate tra le mura di casa o di un ospedale: Un disco non facile da amare, ma impossibile da ignorare. In questo ardente e coraggioso passo nell’oscurità, Andrew Combs ridefinisce margini e nuance sonore: la malinconica cantilena di “I See Me” difficilmente avrebbe trovato posto negli album passati, mentre il denso romanticismo soul-noir di “Drive To A Dream” sfiora l’intuizione perfetta per un potenziale singolo di successo, anche se è nel pulsante funky-pop alla Roxy Music di “Down Among The Dead“ che il cantautore americano trova l’alchimia tra oscurità e luce e lascia un segno deciso in questo già affollato e ricco 2022.

23/08/2022

Tracklist

  1. God(less)
  2. Anna Please
  3. Mark Of The Man
  4. Still Water
  5. The Ship 
  6. Truth And Love
  7. Adeline (explicit)
  8. Down Among The Dead
  9. Drivel To A Dream
  10. I See Me
  11. Shall We Go






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