Se da un lato questi due anni di pandemia hanno limitato l'attività concertistica di tantissimi gruppi, c'è da dire che alcune realtà non hanno perso nemmeno un attimo del loro tempo per dedicarsi ad altro, pianificando presente e futuro in maniera alquanto minuziosa.
Tra queste ci sono i Boy Harsher, ormai trascinatori indiscussi della tanto apprezzata corrente electrowave: hanno lavorato a lungo su "The Runner", plasmando le otto tracce in esame attraverso l'immaginario di un omonimo cortometraggio uscito in leggero anticipo rispetto all'album (tale short è stato diretto a quattro mani proprio dai due musicisti). Ne è scaturito un lavoro trasversale, una sorta di esperimento audiovisivo nel quale Jae Matthews e Augustus Muller sono riusciti a far emergere alcune sfumature artistiche in precedenza inesplorate.
Il corto in questione - per adesso disponibile soltanto su alcune piattaforme streaming nordamericane e britanniche - si sta già rivelando un espediente perfetto per promuovere la proposta dei Boy Harsher. Jae e Augustus hanno coinvolto nelle riprese la musa oscura Kristina Esfandiari (King Woman), alternando la sua presenza agli aspetti prettamente musicali del progetto. Così facendo, l'esile materia narrativa della pellicola (si tratta di un horror) è passata automaticamente in secondo piano, soppiantata da quel binomio suono/immagine stavolta molto più succulento rispetto a quello di un semplice videoclip di tre minuti (il cortometraggio ne dura quasi quaranta!).
Questa colonna sonora offre diverse prospettive all'ascoltatore: "Give Me A Reason" rappresenta un tipico pezzo del repertorio Boy Harsher, cupo e sofisticato nel suo incedere minimale e velatamente inquietante. L'asticella viene tuttavia alzata grazie a un paio di composizioni piuttosto lontane dai canoni del duo, "Tower" (un sofferente tappeto synthwave prepara il terreno a un epilogo lacerante) e poi ancora "Machina", un brillante passaggio in pieno stile 80's in cui troviamo ospite la voce di Mariana Saldaña (per lei un passato nei //Tense//). In questo caso, le palesi influenze italo-disco si saldano ad alcune reminiscenze di scuola Human League, anche se la strofa sembra presa in prestito da un classico new beat dei Robotiko Rejekto.
Non resta dunque che approcciarsi a "The Runner" con uno spirito differente, perché questo, a conti fatti, non è solo il terzo disco dei Boy Harsher, bensì un tentativo di far esplodere la loro sensibilità all'interno di una dimensione cinematografica. Ulteriori episodi più intimi e notturni come "The Ride Home" oppure "I Understand" suggellano il raggiungimento di tale obiettivo.
24/01/2022