Dall'intersezione dei retaggi teutonici dell'alchimista pugliese e le capacità algoritmiche del sound artist salernitano scaturisce un viaggio quasi naturalmente venato di sentori kosmische, declinati secondo strutture cangianti identificate da una sequenza numerica solo apparentemente disordinata.
In questo catalogo di traiettorie sinuose, in cui calore analogico e algida sintesi si compenetrano con perizia lodevole, trovano spazio derive meditabonde segnate dall'espandersi di modulazioni vocali eteree ("Otto") e scansioni ritmiche serrate per viaggi profondamente cinematici ("Sette"), movimenti crepuscolari di bordoni diluiti ("Due") ed escursioni siderali accostabili al minimalismo di Manuel Göttsching ("Sei").
I richiami ravvisabili nelle trame immaginifiche cesellate dai due potrebbero essere tanti, ma tutti perfettamente assorbiti in una prassi compositiva navigata che lascia emergere le peculiarità di due visioni tanto differenti quanto compatibili, qui fuse in un insieme talmente coerente da far pensare non a un primo esperimento ma all'ennesimo tassello di una complicità ampiamente collaudata.
(09/06/2022)