Pinegrove

11:11

2022 (Rough Trade)
soft-emo, alt-country

Sono molteplici i ruoli richiesti agli artisti contemporanei, e non si limitano certo alla produzione di musica tout court (o di arte in generale). Questo è ben visibile nella carriera dei Pinegrove, per i quali la commistione tra status artistico e vita personale si è realizzata anche in modo forzoso, per esempio attraverso il coinvolgimento del frontman, Evan Stephens Hall, in questioni legate al suo comportamento "sentimentale".
Per questo "11:11", atteso quinto disco di una band ormai affermata, i nostri hanno organizzato varie iniziative che testimoniano l'esistenza di una vera e propria comunità intorno alla band - per esempio quella che chiedeva ai fan di interpretare gli spartiti delle canzoni senza averle ascoltate.

Nelle varie elegie ambientali del disco (ad esempio, nel volo uptempo di "Alaska") si respira un'aria di rivendicazione intergenerazionale, calata in una postmoderna introspezione e in una vaga propensione all'anarchia tipicamente americana ("Orange").
Ma fondamentalmente "11:11" è un album senza grandi spigoli che protesta la sua provenienza da una band "non più giovane" nella stretta assonanza con i dischi più maturi e spuntati di formazioni affini come Band of Horses ("Flora", "Cyclone") e Death Cab for Cutie. Il ricorso a uno stile di produzione più vivido confessa anche questo, così come brani un po' ombelicali come "Respirate", o davvero troppo canonici come "Iodine".

Sopravvivono sprazzi melodici che mostrano la grande confidenza dei Pinegrove con le corde emotive dei propri ascoltatori ("So What"), ma in fondo c'è solo una grande canzone nel disco, "Habitat".

02/01/2022

Tracklist

  1. Habitat
  2. Alaska
  3. Iodine
  4. Orange
  5. Flora
  6. Respirate
  7. Let
  8. So What
  9. Swimming
  10. Cyclone
  11. 11th Hour

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