Suonare questa musica per ore è stata una profonda strategia per sopportare le innumerevoli transizioni della vita e tenere insieme il tempoIl recente vissuto pandemico non è stato soltanto un arco temporale destabilizzante, ma un vero e proprio strappo nello scorrere consolidato del vivere contemporaneo. Necessariamente i suoi riflessi hanno informato tanta produzione creativa investendo - e continuando a investire - l'intero spettro dell'arte, e numerose sono state le uscite discografiche innervate in vario modo sulle sue risultanze umorali.
Appartiene a tale stagione la nuova opera concepita da Kali Malone, monumentale sinfonia drone figlia delle esperienze sonore fin qui sviluppate e di un approccio collaborativo attivo seppur indiretto. Non solo viene richiesto ai musicisti di cristallizzare e dare finitezza all'idea compositiva, ma la stessa scrittura è stata ideata tenendo presenti le loro peculiari caratteristiche. Siamo quindi di fronte a una sinergia mirata, che coinvolge Stephen O'Malley - non nuovo a tale meccanismo - alla chitarra elettrica e Lucy Railton al violoncello.
Ciò che il trio inscena nelle tre varianti raccolte nell'album è una drammaturgia dallo sviluppo orizzontale in cui le onde sinusoidali, i riverberi elettrici e le risonanze acustiche, fondendosi in un unicum compatto privo di prevaricazioni, concorrono a definire un ambiente immersivo, apparentemente votato alla stasi, in realtà nutrito da variazioni minime capaci di riconfigurare costantemente lo spazio sonoro. L'immersione in questo denso oceano, percorso da increspature essenziali e saturazioni tese, ripercorre l'anomalia di una primavera atipica, offrendo un paesaggio sensoriale vivido, dalla forma sfuggente, riprodotto affidandosi a un'intesa esecutiva scevra da incertezze e proiettata a una risultanza sempre unica e mai pienamente replicabile. Un'esperienza d'ascolto totalizzante.
(16/03/2023)