Margo Price

Strays

2023 (Loma Vista)
songwriter, psych-rock

"I got nothin' to prove/ I've got nothing' to sell": i primi due versi cantati da Margo Price nel suo quarto disco, "Strays", sono una dichiarazione che riattualizza il viscerale autobiografismo dell'opening track del suo debutto, la pregnante "Hands Of Time". A più di sei anni da "Midwest Farmer's Daughter", Margo Price non ha più nulla da dimostrare, e di questo ne è ben consapevole. La raggiunta libertà artistica l'ha condotta da un lato a fare pace con se stessa e con il suo passato, grazie anche al parallelo lavoro di introspezione compiuto attraverso la scrittura del suo memoir, anch'esso edito recentemente, mentre dall'altro ha alimentato la sua musica in un modo tutto nuovo.
Se già "That’s How Rumors Get Started" aveva iniziato a smantellare le catene del modern country, l'etichetta con cui la musica della Price era stata imbrigliata dalla critica e dal pubblico fin dai suoi esordi, "Strays" costruisce nuove personali forme lirico-musicali partendo proprio dai resti di quella liberazione, ormai dei relitti vestigiali sepolti tra le lande rosacee esposte in copertina.

 

Registrate in California nello studio assemblato da Jonathan Wilson, le dieci canzoni traggono ispirazione da una serie di esperienze psichedeliche che Margo e il marito e collaboratore Jeremy Ivey hanno vissuto sotto l'effetto di funghetti allucinogeni durante la prima sessione di scrittura del disco, tenutasi in una solitaria casetta in South Carolina. Fiumi lisergici irrorano dunque i riff pietrosi della traccia d'apertura, ma anche quelli circolari e graffianti di "Change Of Heart", e proseguono il processo di indurimento del sound avviato nel precedente album con il pezzo southern rock "Twinkle Twinkle". Le due canzoni non solo cercano di restituire l'acme di un trip da sostanza psicoattiva, ma incorporano la volontà di libertà, sia personale che artistica, dell'autrice. Anche i video che accompagnano i due singoli, girati da Courtney Hoffman, vogliono rappresentare visivamente un viaggio di esplorazione personale scatenato dagli effetti della bevanda stupefacente ayahuasca. La compenetrazione di tre figure topiche provenienti dal mondo dei tarocchi, "The Devil", "The Seeker" e "The Star", nel corpo di Price, rinnovano sul piano metaforico e figurale gli intenti liberatori del nuovo approccio compositivo perseguito dalla musicista.

Proprio il corpo e la sessualità femminile diventano il tema di un'altra canzone composta nello stesso giorno di "Been To The Mountain" e "Change Of Heart". "Light Me Up" esplora infatti tramite un crescendo elettroacustico memore dei Led Zeppelin di "Over The Hills And Far Away" il piacere sessuale della donna, culminando in un orgasmo tellurico:

Light me up, burn me up
Boil from the inside
Deeper than the ocean
Get me higher than the tide

 

Take me down, shake thе ground
Make the world explodе
Rivers quake, levee breaks
Make the wind blow

Come nel caso dell’eclettico quinto disco degli Zeppelin, le altre canzoni di "Strays" si muovono su ben altre coordinate. "Hell In The Heartland" nuota tre le palpitazioni di un'Americana liquida e crepuscolare, mentre un'inedita dimensione pop emerge nella leggera vena nostalgica ed escapista di "Time Machine" e, soprattutto, nella collaborazione Price-Van Etten, "Radio", una sorta di inno a una momentanea, ma vitale, disconnessione dai social, dal proprio telefono e dalla Rete.

Ma è nuovamente nelle ballate che Margo Price supera se stessa e si conquista un definitivo spazio personale nel pantheon della folk music statunitense, accanto a Dylan, Mitchell, Baez, Browne. Proprio dall'afflato epico delle composizioni di "Late For The Sky" la cantautrice sembra trarre un modello per la sua commovente "County Road". Dedicata a un amico, morto prematuramente per un cancro al colon, la canzone rimembra le passate esperienze giovanili e le contrappone alla Nashville post-tornado e post-coronavirus.

In "Lydia", accompagnata solamente dalla sua chitarra acustica e da un quartetto d'archi, racconta invece, in bilico tra spoken word e mesto canto poetico, la storia di una donna incinta in lotta con la dipendenza da oppiacei. Nonostante sia lontana dall'autobiografismo tipico del suo canzoniere, Margo ritrae una verosimile fantasia, sempre ancorata a una possibile, cruda realtà. Tra un grigio squallore, aghi di siringhe deposti davanti a una clinica di disintossicazione e sigarette rubate alle infermiere, Lydia è chiamata a compiere una scelta che potrebbe decidere il modo in cui si svolgerà la sua futura esistenza: abortire o portare avanti la gravidanza?

Say a lullaby and think of a nursery rhyme
Or maybe somethin’ your mama used to tell you when you couldn’t sleep
Jill fell down, when the bough breaks, oh, the cradle will fall
Down will come baby, down will come baby, down will come baby
Just put out the cigarette
Just make a decision, Lydia, just make a decision
It's yours

Scritta prima del capovolgimento della sentenza Roe v. Wade avvenuto nel giugno del 2022, "Lydia" assume ora nuovi connotati politici. Negli odierni Stati Uniti, sempre più fratturati e polarizzati, anche su quello che prima era stato considerato un diritto garantito dalla Costituzione, Margo Price non nasconde le sue opinioni ed è pronta a farsi nuovamente portavoce dei diritti delle donne, delle lavoratrici, delle musiciste, delle madri. Da poco entrata anche nel consiglio decisionale del Farm Aid, la cantautrice rimane dunque fedele a quella che è sempre stata la sua linea artistica, nettamente imperniata su una lucida critica sociale. Ma, a differenza del passato, ora non c'è più nessuna barriera stilistica e formale a ostacolarla. "Love gets you hurt, bein' real gets you hated", canta in "Hell In The Heartland". Beh, Margo è finalmente real and free as shell e questo la rende davvero più forte che mai.

07/03/2023

Tracklist

  1. Been To The Mountain
  2. Light Me Up (ft. Mike Campbell)
  3. Radio (ft. Sharon Van Etten)
  4. Change Of Heart
  5. County Road
  6. Time Machine
  7. Hell In The Heartland
  8. Anytime You Call (ft. Lucius)
  9. Lydia
  10. Landfill








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