Abbiamo già presentato Rareş Gabriel Cirlan da queste parti nel bel mezzo di un periodo decisamente infausto. Il suo disco di debutto, "Curriculum Vitae", venne pubblicato il 6 marzo del 2020, proprio in coincidenza con l'imprevedibile esplosione della pandemia. Come tutti gli artisti emergenti che si son ritrovati costretti a promuovere la propria musica in quel periodo-limbo, Rareş è rimasto tagliato fuori da qualsiasi opportunità di suonare dal vivo. Difficile porre sotto la luce dei riflettori anche l'Ep successivo, "Folk_2021", concatenazione di eventi che oggi pone "Femmina", il suo secondo album, come il momento del riscatto, grazie a tredici tracce nelle quali l'autore riesce a condensare molteplici stili e linguaggi.
E non è tanto per dire: Rareş si esprime in idiomi diversi, giocando con italiano, rumeno, inglese e spagnolo, oscillando continuamente fra hyperpop (il singolo "Ahinoi"), nu-soul ("You Be My"), romanticismo ("Peggiore mossa") e suoni manipolati, se non addirittura disintegrati ("Fazzoletti").
Nato in Romania, ma cresciuto nella zona della laguna veneta, Rareş rappresenta il tipico esempio di incrocio culturale. Approfittando della cadenza esterofila, si cimenta nel medesimo approccio vocale che ha lanciato verso il successo cantanti come Mahmood e Madame, e sul quale in molti si sono presto messi in scia. Ma è Venerus il vero punto di riferimento di Rareş, un Venerus ancor più "spezzettato", come si può agilmente evincere da un brano come "Trapassi".
Più maturo e organico rispetto all'esordio, "Femmina" suona innovativo ed eclettico, con quell'animo "punk" reso dall'effetto "buona la prima": Rareş sceglie volutamente di non rifinire troppo le sue opere, egli stesso ha affermato di aver optato non di rado per la prima o la seconda take di canzoni che aveva cercato di perfezionare, preferendo alla fine le versioni più istintive.
Nel mondo "experimental-pop" di "Femmina" amore ed eros si rincorrono, in maniera fluida: realistiche quotidianità e sogni proibiti di un post-adolescente dei nostri tempi, in parte vissuti osservando il mondo da una reclusione casalinga alla quale tutti siamo stati costretti per decreto.
23/03/2023