Robyn Hitchcock - Life After Insanity

2023 (Tiny Ghost)
folk, psychedelia, country

Pur dispensando, nella sua carriera di Soft Boys e poi di artista solista, alcune brevi incursioni strumentali, Robyn Hitchcock non ha mai pubblicato un album completamente avulso da prestazioni vocali, elemento quest’ultimo talmente peculiare da caratterizzarne ulteriormente lo stile.
“Life After Insanity” rappresenta dunque una preziosa anomalia nell’esteso catalogo del musicista inglese, un progetto che a un ascolto fugace rischia di essere liquidato come un’incursione passeggera nelle lande del folk acustico.

Realizzato con il solo aiuto del co-produttore Charlie Francis in quel di Cardfiff, l’album mette in luce uno degli aspetti meno rimarcati di Robyn Hitchcock, ovvero l’eccelsa qualità tecnica del suo stile chitarristico, ben nota invece ai fortunati che lo hanno visto esibirsi sul palco o che custodiscono gelosamente un’altra prova della sua eccezionale difformità creativa, ovvero il capolavoro acustic-folk-psych del 1984 “I Often Dream Of Trains”.
Gli undici brani di “Life After Insanity” fanno parte dell’enorme archivio di inediti composti da Hitchcock nella sua lunga carriera, tirati fuori dal cassetto in quanto dotati della necessaria autonomia armonica e creativa per non essere catalogati come puro esercizio di stile. L’esuberanza folk-blues di un brano come “Daphne, Skipping” (Daphne è il cane di Robyn) è in tal senso esemplare, un’articolata ed estroversa sequenza di accordi assimilabile a una vera e propria prestazione vocale, un'analogia che si rinnova spesso durante l’ascolto dell’album: accade nell’episodio più country oriented e leggermente twangy (splendida Telecaster) di “Tubby Among The Nightingales” (dedicata a uno dei suoi gatti) e nel fantasmagorico ambient-folk-rock in chiave field-recording di “The Sparkling Duck”.

“Life After Insanity” è sì un album folk, ma non nel senso classico del termine, un disco evocativo e dal peregrino fascino pastorale tipicamente English (“Celestial Transgression”, “Plesiosaurs In The Desert”), ricco di slanci in chiave fingerpicking (“The Eyes In The Vase”), ma anche di contaminazioni americane - Hitchcock negli ultimi tempi è spesso a Nashville - percepibili nel giocoso incastro di chitarra e banjo di “Come Here, Little Ghost” e nel country-blues-shuffle di “Mr. Ringerson's Picnic”.
“Life After Insanity” è un album tutt’altro che incidentale: Hitchcock regala perle tecnicamente ineccepibili (“Nasturtiums For Anita”) e calorose e gioiose divagazioni strumentali (“Veronica's Chapel”) senza rinunciare a quell’unicità espressiva che ne ha certificato l'attitudine artistica. Un altro gioiellino da aggiungere a una carriera già ricca di perle.

15/06/2023

Tracklist

  1. The Eyes In The Vase
  2. Daphne, Skipping
  3. Plesiosaurs In The Desert
  4. Tubby Among The Nightingales
  5. Gliding Above The Ruins
  6. Come Here, Little Ghost
  7. Nasturtiums For Anita
  8. Celestial Transgression
  9. The Sparkling Duck
  10. Veronica's Chapel
  11. Mr. Ringerson's Picnic


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