La monzese classe 1989 Angelica Schiatti, già attiva nei primi anni Dieci anche con il duo Santa Margaret, insieme al chitarrista Stefano Verderi, ha poi intrapreso una carriera solista che ha portato a “Quando finisce la festa” (2019) e “Storie di un appuntamento” (2021), album tra cantautorato e pop elettronico. “Sconosciuti superstar” (2024), prodotto da Golden Years e Edoardo “Calcutta” D’Erme, al quale la lega anche una relazione amorosa, è però fatto di un’altra pasta, un variegato, ironico, tagliente e sincero esercizio di pop contemporaneo, con tratti cantautorali e ganci ballabili. Attraversato da testi emotivi ma anche sarcastici, impreziositi da alcuni versi di fulminante efficacia, è diviso tra luci di una ritrovata leggerezza e ombre di un dolore ancora bruciante.
“Sconosciuti superstar” è una canzone d’apertura ideale, un pop elettronico malinconico ma anche dal testo pungente, con un ritornello appiccicoso. La più sensuale “Acqua ossigenata”, un sussurro felino che gioca con una melodia vocale sbilanciata sull’acuto e i synth acquatici, e l’amara “La mia metà”, più per il testo che per la musica, delineano un pop da cameretta che ha potenzialità da hit in “SOS”, un motivetto estivo con chiaroscuro di disillusione e altri vocalizzi sornioni.
“Grazie a te” spezza la scaletta con un breve crescendo angosciante, tornando velocemente al pop malinconico a base di synth: nel metropolitano onirico di “Milano Mediterranee”; nella ninna-nanna dell’addio “Bye Bye”; nell'acustico reverberato e lo-fi “Surfare”.
Angelica Schiatti unisce ricordi anni Sessanta e it-pop, il bedroom-pop novantiano e i synth anni Ottanta, ma trova, anche grazie a testi che sanno fare risaltare alcuni versi per immediatezza ed efficacia, una via assai contemporanea al pop d’ascolto più che da ballo. La sua voce flessuosa, venata di tristezza, è uno strumento messo al servizio delle canzoni più mature della sua carriera, raccolte in un album registrato in uno studio casalingo e privo di ambizioni fuori luogo. Angelica Schiatti si racconta e facendolo racconta di (una parte di) noi, divisa tra Polaroid e digitale, gioventù anagrafica ormai perduta e una dolente mezza età incipiente. Un album da bere, rimuginando su amori perduti e di là da venire.
05/07/2024