Potrebbe capitare di ascoltare questo "Heart Of The Artichoke" come sottofondo in un minuscolo specialty coffee di qualche quartiere hipster d'Europa o della East Coast - e improvvisamente risuonerebbero alcuni versi che, volenti e nolenti, potrebbe capitare di risentire nella propria testa durante il giorno ("You took me to your local pub/ The bartended knew exactly what you want/ You played your favourite songs/ On the jukebox all night long", da "Virtual Hug").
È questa proprietà di saper instaurare una connessione emotiva immediata con l'ascoltare uno dei pregi maggiori del cantautorato di Iris James Garrison, giunta ora al secondo disco. Un cantautorato fatto di immagini ripescate dalla memoria ("Artichoke"), senza i voli pindarici e le immagini più pregnanti di una Lenker, ma con uno stile e un registro innegabilmente vicini, soprattutto negli arrangiamenti di chitarra e percussioni.
Come nei Big Thief, il disco oscilla tra brani dal suono più tradizionale ("Dollar Slice") e altri più vicini al cantautorato moderno (l'Elliott Smith di "Object Permanence", l'arrangiamento vagamente slowcore di "Where I End And You Begin"), ma sempre irradiando un grande calore emotivo (da segnarsi "Bumper Sticker"). Un disco certamente da non lasciare nell'effimero delle playlist preconfezionate.
15/09/2024