Charles A.D. - West Pontoon Bridge

2024 (100% Silk)
ambient house, new age

Hiroyuki Tanaka vive in Giappone e di mestiere fa l’agricoltore. Ma una volta tornato a casa, la sera dopo il lavoro, ama mettersi al computer per esercitare la passione di producer sotto il nome di Charles A.D., allacciandosi, pur di sbieco, a tutti quei dj e compositori che in Giappone dettano i canoni di house, ambient ed elettronica da decenni a questa parte. Ma c’è qualcosa d’immediatamente soave e innocente nella sua musica, un afflato descrittivo da paesaggista sonoro che sa impomatare il beat con rallentamenti downtempo e impressionistici bordoni psichedelici. La sua pagina Instagram, del resto, è un curioso mix tra bollettini delle semine e locandine di musica elettronica – ed è proprio qui, tra sedani e pianole, che “West Pontoon Bridge” salpa verso l'orizzonte.
Provate a immaginare una house zuppa di pioggia autunnale, sentori new age lasciati all’aria salmastra, robotici screzi techno coperti dalla fredda nebbiolina che si erge appena sopra il filo del mare: tra ritmiche delicatamente zompanti e ruminanti inserti naturalistici, “West Pontoon Bridge” è un altro ondivago viaggio firmato 100% Silk da affrontare nei momenti più quieti della giornata.

Il lavoro mostra comunque un’attenta sequenza ritmica, districandosi tra andamenti lenti e altri più spediti, in un continuo saliscendi per piedi e cervello – anche se certo è quasi impossibile immaginare un’idea di “ballo” per un album come questo. È dunque con le seghettate trame ritmiche di “Coming Winter” che l’ascolto inizia placido come un laghetto di carpe koi, lasciando ai synth il compito di addensarsi poco a poco come nubi all’orizzonte; così, quando la successiva “Night Park” attacca un oscuro brulicare alla Theo Parrish, si ha l’impressione di osservare bolle di schiuma acida ambient techno.
Che siano quindi i pensosi bassi di “Praise” e l’incantevole bagno sensoriale di “Dreaming Boy Swimming In The Ocean” e annesso “Ocean Floor”, o le eccitate trame solari di “From August” e “After The Rain”, Charles A.D ci serve continue versioni di una mare e monti sempre soffice e delicata. Su “Bump Into” ce lo immaginiamo dietro la console a intrattenere i propri amici al sabato sera, poi ancora in versione galante da cocktail lounge su “Like A Puppet”.
Invece, verso il finale, il disco plana dentro una “Deep Valley” puramente ambient, poi annuncia finalmente “End Of Winter” con delicate folate new age – viene proprio da pensare a "Glass Horizon" del collega Precipitation, lavoro ispirato da un soggiorno in un’altra località giapponese di mare nell’isola di Sado.

Certo, con sessantotto minuti totali di durata, “West Pontoon Bridge” è molto lungo, peccando forse di eccessiva ripetizione in certi frangenti, oltre a mostrarsi talvolta sin troppo muto e uniforme. Ma il fascino sta anche in questo lento naufragio dell’ordine e della ragione, nella capacità di far galleggiare atmosfere contrastanti come ambient e house con una stratificazione produttiva mai stridente, ma anzi sempre attenta alla suggestione. È come toccare fogliame cerato e terriccio molle, avvertire l’odore nell'aria di pesce e funghi, sinestesie primordiali tradotte in un curioso mondo digitale retro-futurista. Charles A.D., l’agricoltore col mixer nel fienile – come si fa a non volergli bene?

24/10/2024

Tracklist

  1. Coming Winter
  2. Night Park
  3. Trapeze
  4. Praise
  5. From August
  6. Wonder Village
  7. Dreaming Boy Swimming In The Ocean
  8. Ocean Floor
  9. After The Rain
  10. Bump Into
  11. Like A Puppet
  12. West Pontoon Bridge
  13. Deep Valley
  14. End Of Winter

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