Ekin Fil - Sleepwalkers

2024 (Helen Scarsdale)
ambient, kosmische, vocal
7.5

Passati album brillanti come "Maps" (2018), "You Only" (2019) e "Coda" (2020), oltre a componimenti singoli come i 21 minuti di "Windblow" (2020) e la sua migliore colonna sonora, "Magic Mountains" (2021), gli ultimi decorsi dell'autrice ambient-vocale d'origini turche Ekin Fil (al secolo Ekin Üzeltüzenci) declinavano a una elementare forma-canzone lo-fi o a non meglio precisate voglie new age.
In "Sleepwalkers" trova invece una quadra tra le sue componenti: la strumentista spartana, la vocalist diafana, la dipintrice luminescente e la pensatrice triste. Soprattutto crescono le sue capacità in fatto di composizione e canto, un fatto ormai praticamente insperato.

Già "Sonuna Kadar" si sviluppa come una nuvola elettronica di melodie di lucciole, lied angelico con echi d'infinito alla "Hosianna Mantra" e propalazioni subsoniche, laddove l'eponima "Sleepwalkers" appare come un lentissimo e impercettibile motivo neoclassico racchiuso in un globulo siderale, con un canto in dolcissima ma spaesata dissonanza, come una bimba alla recita, a fuoriuscire in straniante contrappunto di soffi alteri.
Quindi viene il suo verdetto, il suo più pessimista. Da "Stone Cold", de profundis apocalittico rarefatto e fibrillante, sparso in spazi immensi (e una seconda parte di amatoriale nenia barocca e aria d'opera) a "Reflection", bordone d'organo spezzettato in rivoli sardonici e vocalizzi come canti d'ancella sperduta, si raggiungono i 10 minuti di "Gone Gone", una vasta contemplazione d'un oceano di mestizia, l'approdo definitivo, il suo requiem più perfetto.

Difficile, per una creatrice così errabonda e prolissa (sulle retrovie da oltre tre lustri), fare un disco così austero e compito, come se finalmente avesse distillato l'essenza della sua arte dopo tante e tante prove.

24/12/2024

Tracklist

  1. Sonuna Kadar
  2. Stone Cold
  3. Reflection
  4. Sleepwalkers
  5. Gone Gone

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