Il bello del mondo del pop è che siamo tutti ignari fino all’ultimo momento. Non c’era alcuna avvisaglia sul ritorno in voga di un trio r&b in Inghilterra, nazione storicamente poco avezza al genere. Invece, la mattina del 24 marzo 2022, ecco spuntare dal nulla l’irresistibile “Cardboard Box”, e in un lampo le sconosciute FLO sono diventate il chiacchiericcio della Rete. Giovani, un po’ impacciate, ma vocalmente preparate e scalpitanti come l’entusiasmo della beata gioventù: Jorja, Stella & Renée raccontano le storie di milioni di ragazze in tutto il mondo, impiegando come formula di base quell’r&b d’inizio millennio che le stesse autrici non hanno vissuto in prima persona.
Del resto la Rete ama cibarsi di revival, il punto sta nel farlo con un minimo di buon gusto. Missione riuscita: nonostante la foto di copertina, “Access All Areas” evita l’eccesso di trucco & parrucco, presentando tre normalissime ragazze che non si prendono troppo sul serio – faccia fede il ridicolo “Intro” recitato addirittura da Cynthia Erivo. Anche lo scarso budget offerto dalla Island costringe la band a puntare sulla personalità; sul video di “AAA” le tre si divertono a ricreare i momenti salienti della commedia “The Hangover”, su quello dell’accattivante “Walk Like This”, invece, stanno a sentirsela caldissima nell’orribile parcheggio di un supermercato manco fossero a Dubai. E se sul vecchio singolo “The Fly” avevano come ospite Missy Elliott, adesso possono permettersi giusto le volgarità gratuite di GloRilla su “In My Bag”.
Per fortuna, questo amabile senso dell’umorismo viene spesso supportato da una buona qualità; sia “Caught Up” che la frettolosa base di “Check”, per esempio, sono buoni esempi di r&b post-contemporaneo, costruiti con ardore ma senza eccessivi divismi – pur ispirandovisi a piene mani, infatti, le FLO sono meno roboanti di Destiny’s Child ed En Vogue, preferendo aderire allo spirito indie delle connazionali Sugababes, anche grazie alla scelta di distribuire equamente le parti vocali.
Certo, non c’è niente di davvero nuovo per l’ascoltatore un filo più attempato, “Access All Areas” timbra i soliti cartellini tramite un continuo riaggiornamento di vecchi temi e suoni, con pochi fronzoli e tanta adolescenza a far da traino; ecco due sfacciati inni femministi in salsa trap quali “Get It ‘Till I’m Gone” e “IWH2BMX”, poi ancora una “Shoulda Woulda Coulda” che sembra uscita da “Never Say Never” di Brandy, ai tempi la vera regina di questo continuo girellare attorno all’armonia, mentre “Nocturnal” strappa l’attenzione su un arabeggiante pattern alla Timbaland. Comunque riuscite sia “How Does It Feel” che “On & On”, grazie alla presenza di tre ragazze che amano il proprio mestiere al di là di ogni riscontro extra-musicale.
Manca forse ad “Access All Area” quel tocco di classe capace di lanciarlo oltre il solo revival, complice un’uniformità sonora che può farsi estenuante lungo sedici tracce in scaletta, a meno di non essere dei veri seguaci del genere – co-produce il tutto MNEK, presenza già nota nelle classifice inglesi tramite un orecchio che non ha paura di piegarsi alle regole dello streaming.
Un po’ come i lavori meno appariscenti di Tinashe, Teyana Taylor e Rina Sawayama, quindi, “Access All Areas” non sempre splende come potrebbe – vedasi le ballate d’ordinaria amministrazione “Soft” e “Bending My Rules”, che poco aggiungono all’economia del lavoro nonostante la contrapposizione tematica, o l’offuscato finale trap-rock “I’m Just A Girl”, che manca della grinta della sua originale ispiratrice, Janet Jackson. Pur senza la finezza di Erika De Casier, né la fantasia di PinkPantheress, due autrici che rimestano abilmente sugli stessi passi, le FLO sono qui per intrattenerci con sorrisi e simpatia, fanno anche le sceme, ma poi al momento opportuno cantano col cuore in mano. Per un debutto, è più che sufficiente.
20/11/2024