Let's start a new life
Beat's gonna lead us
Live on
Kim Deal è un’icona dell’alternative rock e non ha bisogno di presentazioni. Per i pochi che non lo sanno, è stata bassista e seconda voce dei Pixies e leader dei Breeders e degli Amps. Ora, dopo una vita trascorsa all’interno di band e con un curriculum che qualunque indie-rocker sognerebbe nei suoi sonni più felici, a 63 anni compiuti la songwriter di Dayton, Ohio, decide di inaugurare la sua carriera solista e per la prima volta si mette in copertina.
La gestazione del suo esordio è stata molto lunga e racchiude più fasi della vita di Kim, alcuni brani (“Are You Mine?” e "Wish I Was") risalgono al 2013, gli altri si sono accumulati nel corso degli anni. Sicuramente ci troviamo di fronte a un’artista in una fase riflessiva che cerca di abbozzare un bilancio della sua vita, sia quella da rocker passata sui palchi di mezzo mondo tra dipendenze ed eccessi, ma anche quella quotidiana con suoi dolori, gli affetti e tutte le sue fragilità.
Anche questa volta Deal mette in luce tutte le sue doti di grande songwriter in grado di consegnare, in passato, classici pluridecorati come “Gigantic”, scritta per i Pixies, o l’inno generazionale dei Breeders “Cannonball”. La varietà e l’eclettismo sono le caratteristiche musicali più evidenti di “Nobody Loves You More”: alla Kim Deal del 2024 la gabbia dell’indie-rock sembra stare stretta e cerca di forzarla in tutti i modi.
Ha un fascino retrò l’opening track “Nobody Loves You More” con i suoi archi svolazzanti e un break strumentale carico di appeal cinematografico. Soffia una brezza jazzata tra le chitarre languide di ”Summertime”, si sentono aromi esotici tra una spruzzata di Calipso e qualche goccia di Blondie in “Coast” e quando si insinua la fame di beat, “Cristal Breath” soddisferà l’appetito.
Anche i momenti più intimi sanno essere coinvolgenti: in “Are You Mine?” Kim rende palpabile l’amore e il dolore di assistere la madre mentre la sua mente sprofonda nell'Alzheimer, come nella velvettiana “Wish I Was”, che racconta tutta la fatica di sentire la giovinezza alle spalle, anche se la voce è quella di un’eterna teenager. Meno convincente l’oscuro esperimento “Big Ben Beat” tra beat spezzati trainati dal basso in overdrive accoppiato a esili chitarrine tex-mex.
Disobedience
If this all is we are
I'm fucked
Quando Kim torna sui sentieri battuti, il piglio è quello dei momenti migliori. “Come Running” è magnetica, piena di saliscendi con controcanti angelici sopra chitarre in distorsione, nel power pop di “Disobedience” c’è la disillusione cinica di chi ha sempre tifato rivolta, e la conclusiva “A Good Time Pushed “, prodotta da Steve Albini, profuma di psichedelia e divertimento trattenuto. Dato che la sorella Kelley e il batterista Jim MacPherson hanno collaborato a “Nobody Loves You More”, questo album non sancisce la fine dei Breeders, che sono in piena forma e hanno partecipato quest’estate al tour di Oliva Rodrigo.
Oltre ai Breeders, a reggere la mano di Kim per il suo esordio in tarda età ci sono tanti amici tra cui: Josh Klinghoffer, Raymond McGinley dei Teenage Fanclub, Britt Walford degli Slint e per le calde sonorità caribiche di “Coast” la marching band di Chicago Mucca Pazza ai fiati.
"Sono incuriosita dal fallimento", dichiara la Deal, ma sembrerebbe proprio il contrario. “Nobody Loves You More” dimostra il coraggio di volersi addentrare in territori poco frequentati in passato, unito, però, a una certa abilità a non smarrirsi e ritrovare sempre la strada.
Fallimento rimandato, prova riuscita, brava Kim.
29/11/2024