Quello tra house e long playing è un amplesso particolarmente delicato da gestire. Per un genere musicale che vive sopratutto di 12" e giri di pista, l'ascolto strutturato su doppio vinile spesso è più uno spreco di risorse che altro. Ma quando il giusto equilibrio tra le parti viene raggiunto, i risultati possono essere sottilmente galvanizzanti come poche altre cose in ambito elettronico. Per mano di Brandon Weems e Craig Handfield - in arte musclecars - la house quest'anno può fregiarsi di un nuovo fiore all'occhiello: "Sugar Honey Iced Tea!", tredici tracce per settantaquattro minuti di calde vibrazioni soulful, echi latini e ruminanti pensieri sociali raccontati a centoventi battiti al minuto. Ed è subito primavera, amore e voglia di comunità, pur senza dimenticare l'odore d'asfalto della strada dalla quale si proviene.
Attivi da oltre un lustro in veste di remixer, autori e organizzatori delle Coloring Sessions, i due dj e producer nativi di Brooklyn hanno sviluppato un linguaggio tutto sommato classico nelle intenzioni - faccia fede l'uscita su Bbe Music, storico portale aperto all'elettronica da ballo sin dai tempi dei Masters At Work - ma animato da un complice senso d'intesa, che sa rendere l'ascolto al contempo rilassato ma pronto a scattare in avanti sul beat giusto.
Certo, lo studio dei grandi del passato qui viene eseguito con devozione, a partire da una doppia introduzione: la voce narrante di "The Afro-American Conundrum (Where Does That Leave Us?)", che illustra lo spirito alle radici del lavoro, e "Dream Boy", sognante momento preparatorio di synth, field recording e chitarra acustica, un'ideale apertura del sipario per creare la giusta atmosfera e dare all'ascoltatore il tempo di spegnere il telefono, sbottonare il colletto della camicia e allinearsi, spiritualmente ed emotivamente, ai due conduttori della serata - impossibile, insomma, non pensare a un certo "Romanworld".
Pronti, adesso? Si parte sulle ali di "Tonight" ed "Every Party Must Come To An End", entrambe animate dalla calda e sensuale presenza del vocalist Kamaal, che cavalca sul ritmo dei due musclecars mostrandosi novello Jamie Principle ai loro Frankie Knuckles. In un attimo, si atterra sulle frementi sirene accese del singolo "Running Out Of Time", accecati da lucenti rifrazioni sintetiche e tortuosi assoli elettrici. Il tempo di tirare il fiato, senza alcuna fretta, nelle bucoliche fantasie beatless di "Carlos Sanchez Interlude" e "Hello?", e l'ascolto riparte in quarta con la muscolosa spinta tropicale di "Ha Ya! (Eternal Life)", striata di flauti e condotta dai fatati gorgheggi di Natalie Greffel - qualcuno un po' più attempato forse ricorderà il gioiello downtempo di "Pra manha" del duo Da Lata, intonato tanti anni or sono dalla brasiliana Liliana.
Siamo arrivati al centro-tavola: gli oltre undici minuti di "I Don't Remember The Last Time I Saw Stars" strabordano ovunque, in un'orgia sensoriale di percussioni, exotica, jazz, pianole e una moltitudine di stelle a illuminare il cielo più bello mai visto da tanto tempo a questa parte.
Semplice e onesto, "Sugar Honey Iced Tea!" ha bisogno di pochi escamotage produttivi per comunicare con efficacia senza risultare ruffiano né eccessivamente citazionista. Con la doppietta "Circles I (Prelude)" e "Circles II", la corsa rallenta nuovamente dentro a sensuali decostruzioni neo-soul che qualcuno potrebbe immaginare intonate da D'Angelo, a dimostrazione d'un gusto sempre profondamente nero ma che sa osservare, in tralice, oltre il parquet della pista da ballo. È quel tanto che basta per avviarsi verso la conclusione dell'album, prima con gli speranzosi svolazzi lounge-jazz dell'espansiva "There's Space For Us All", poi nel perlaceo finale a passo di samba di "Water", condotto assieme al collettivo New Past del quale fa parte la già citata Natalie Greffel, come a chiudere idealmente il cerchio con un abbraccio fraterno.
Non c'è molto da aggiungere; Brandon & Craig han fatto centro tramite un long playing ricco e composito, spesso solo strumentale per lunghi tratti, che può spaventare l'ascoltatore abituato al formato-canzone, ma sempre congegnato al dettaglio come un balsamo per le orecchie. Speriamo, prima o poi, di poterli incontrare anche dal vivo e osservare l'ondeggiare della folla sotto ai loro piatti. Con tutto l'entusiasmo per la vita, il miele e lo zucchero: "Sugar Honey Iced Tea!".
22/05/2024