A quattro anni di distanza dal precedente (ottimo) “Mestarin Kynsi”, torna in pista un nome di assoluta importanza in ambito post-black metal, quello dei finlandesi Oranssi Pazuzu. Con “Muuntautuja” (sesto full-length all’interno di una discografia di tutto rispetto), la band continua a contaminare il metal estremo con le derive più surreali e magnetiche di una certa psichedelia di confine, per un risultato a dir poco straniante.
Attraverso queste sette composizioni, il quintetto ci permette di intraprendere l’ennesimo viaggio cosmico senza possibilità di ritorno: si passa dalla violenza primordiale della nevrotica “Bioalkemisti” (un passaggio venato da alcuni ruvidi retaggi industrial) al trip-hop allucinato della magnifica “Hautatuuli”, un orrore in downtempo che si materializza nella nostra coscienza.
Questi sono gli Oranssi Pazuzu - prendere o lasciare - un gruppo che più di altri (tornano in mente realtà come Wormlust, Pulsar Colony oppure Nachtmystium) ha saputo percorrere con insistenza le tortuose strade della sperimentazione psichedelica, decostruendo senza remore i parametri più canonici del black metal (non a caso, il titolo del disco si riferisce alla trasformazione).
La bellezza inquietante di “Muuntautuja” non si esaurisce nei succitati brani: c’è da rimarcare il sinistro beat elettronico della title track, l’oscuro incedere della rumorosa e dissonante “Voitelu” e poi ancora i nove (abbondanti) minuti che rimbombano dagli abissi deformi di “Ikikäärme”, song a sua volta seguita dalla coda strumentale di “Vierivä Usva”, puro cinema horror from outer space. Un epilogo sintetico perfettamente in linea con l’approccio da incubo presente nel disco più nero mai realizzato dagli Oranssi Pazuzu. Un gran disco. Forse il più destabilizzante.
21/10/2024