Pufuleti - Gotico romanzo

2024 (Funclab Records)
abstract hip-hop, lo-fi hip-hop

Quando si pensa alle schegge impazzite del rap italiano, non si può non parlare di Pufuleti. Nome d'arte di Giuseppe Licata, classe '89, il rapper è da anni considerato un punto fisso per la scena hip-hop underground e alternativa del Belpaese.
Nato in Sicilia ma cresciuto in Germania, l'italiano lo impara dalla tv e dal dialetto dei suoi genitori. I primi pezzi rap inizia a scriverli in tedesco, sotto lo pseudonimo di Joe Space. Si fa notare da noi con la pubblicazione del suo esordio in lingua italiana, "Tumbulata"; siamo nel 2019 e la stampa musicale impazzisce. Seguono poi "Catarsi Aiwa Maxibon", nel 2020, e "Perle ai porci", nel 2023, che ne confermano la cifra artistica.
Lo stile di Pufuleti, tra i più riconoscibili della scena, è onirico, surreale, articolato. Nei suoi pezzi, il rapper - anche a causa del suo particolare vissuto - finisce per costruire un linguaggio tutto suo. Rime dissonanti, vocali prolungate allo sfinimento, accenti che danzano liberamente sulle sillabe - ce n'è per tutti. Mischia spagnolo, tedesco, inglese, siciliano e italiano come se niente fosse, creando accostamenti di frasi surreali, al limite dell'illogico. Il tutto su beat che, oltreoceano, verrebbero generalmente etichettati come abstract hip-hop: campioni di vecchie colonne sonore e pezzi jazz, rigorosamente distorti, sovrapposti e messi in loop, accompagnati da ritmi di batterie elettroniche. L'effetto è straniante, ipnotico, senza paragoni nell'attuale dimensione del rap italiano.

L'ultimo album di Pufuleti è "Gotico romanzo", frutto della collaborazione col produttore e chitarrista Fed Nance. Il disco è poco più di un Ep: dodici tracce per ventitré minuti di ascolto complessivo, con solo cinque canzoni che superano i due minuti di durata.
Il paragone con i precedenti progetti di Licata fa emergere subito alcune differenze lampanti. Innanzitutto, si perde quel poco di cifra hip-hop che rendeva Pufuleti, a scanso di equivoci, un rapper. Quasi assenti sono flow e rime, sostituiti da una delivery biascicata, a volte sussurrata. Negli scorsi album le liriche erano un connubio di citazioni alla cultura pop nostrana, giustapposte a spaccati di vissuto della periferia tedesca. Qui si trovano invece testi cupi, crepuscolari, criptici. Traspare, però, la scelta di parlare di amori finiti e di delusioni sentimentali. È un artista introverso, chiuso in se stesso - "gotico", per l'appunto. Insomma, qualcosa di ben diverso dall'artista sì misterioso, ma spesso solare e giocoso del passato.
Anche nella parte strumentale la differenza è chiara. Lo strumento preponderante a questo giro di boa è la chitarra, accompagnata (ma neanche sempre) da qualche percussione sparsa qua e là. Se si è proprio fortunati, si può trovare un accenno di synth o di sassofono. È un'estetica quasi emo-rap, che ben accompagna le nuove scelte testuali dell'artista.

Si tratta di un disco costruito su piccoli cambiamenti e rifinimenti strumentali, che si succedono sommessamente nel corso di ogni breve canzone. Un esempio è "Oreilles d'Onyx", in cui, su un giro ripetuto di chitarra, si sovrappongono altre chitarre, più sintetizzatori e un violino. Nel complesso non è un'opera pensata per un ascolto passivo: sono canzoni che riescono a dare qualcosa all'ascoltatore nel momento in cui quest'ultimo cerca di entrarci dentro.
"Fantasma" si apre con un loop di sintetizzatore e batterie dai toni oscuri, su cui il rapper, con tono calmo ma cadenzato, parla di una delusione amorosa ("ho perso la strada delle tue labbra/ Dimmi cosa significa essere un fantasma"). Dopo un brevissimo intermezzo di rumore, il pezzo termina con un giro di chitarra su cui si sentono delle registrazioni di voci di bambini. "Larva", una delle tracce più originali del progetto, ha un'atmosfera quasi claustrofobica. Tra delle percussioni ticchettanti ai due lati dell'ascoltatore, un intreccio di sintetizzatori fa da tappeto a un Pufuleti che suona a tratti disperato, anche per via dell'uso di un tono vocale più alto rispetto al resto del disco.

Non vengono comunque del tutto abbandonate le sonorità hip-hop. Il suono caldo e avvolgente del basso unito alla batteria lo-fi in "Calici di gemme e chiese nere", così come la strumentale "Pianto d'avorio" suoneranno familiari agli ascoltatori del genere.
Verso la conclusione dell'album non terminano le sorprese. "Plancton" è uno dei pezzi più melodici dell'insieme; sul finire della canzone, un interessante sovrapporsi di più chitarre crea un'atmosfera pressoché alt-rock. In "Il giorno del tuo compleanno", su due accordi sgraziati di chitarra, un canto disperato, che diventa corale sul finire, chiude il disco. Si tratta di una canzone che, nella sua semplicità, si potrebbe tranquillamente definire come Midwest emo.

Al termine dell'ascolto, è difficile non chiedersi cosa si ha per le mani. Malgrado il ripetersi quasi monotono di alcuni elementi musicali e tematici per tutta la durata del disco, "Gotico romanzo" risulta comunque un progetto interessante per gli appassionati dell'underground. La creatività non manca di certo e alcune scelte stilistiche sono in grado di colpire in positivo anche i fan della prim'ora dell'artista siciliano. Per Pufuleti, si tratterà di una nuova direzione artistica? O solo di un esperimento sonoro fine a se stesso? Ai posteri l'ardua sentenza. A chi ascolta oggi, però, risulterà chiara l'autenticità di un lavoro e di un personaggio senza paragoni nell'attuale panorama musicale.

23/07/2024

Tracklist

  1. Muri di mattoni
  2. Fantasma
  3. Giubbotti gialli
  4. Larva
  5. Calici di gemme
  6. Pianto d'avorio
  7. Oreilles d'onyx
  8. Corona di ginestre
  9. Sublime
  10. Chiese nere
  11. Plancton
  12. Il giorno del tuo compleanno