Uoh, uoh-oh, le labbra da sommelier, mami
Ush, no, ha purple mèches, sa di lean, uoh-oh
Oh ma', prega, bless le mie in CD, eh, eh
Bro, va tutto bene, bene grazie a Dio
Davide "
Thasup" Mattei è riuscito a suonare come qualcosa di diverso anche presso quel pubblico trasversale, un po' distratto e ostile, che appiattisce l'affollatissimo panorama pop-rap a una grande e indistinta nuvola di trap più o meno radiofonica. Lo ha fatto con l'
autotune e i testi in uno
slang (quasi) incomprensibile, quindi prendendo una strada tutt'altro che semplice: non retrocedendo verso forme di
hip-hop più classiche ma imponendo la sua esuberante creatività in brani al loro meglio cubisti e ipercinetici. Già con "
Carattere speciale" (2022) era sembrato naturale chiedersi dove andare con questo prezioso bagaglio di eccentricità, senza farsi fagocitare dai
featuring e dalle hit ma anche superando le debolezze dei testi e di una produttività alle volte disomogenea fino al dispersivo.
Il terzo album della carriera, però, è un
mixtape e lo pubblica come Yungest Moonstar, dopo mesi in cui, tra una
collabo e l'altra, ha raccontato di gravi problemi d'ansia.
Davide Mattei è il principale produttore e l'unica voce che si sente lungo i 21 brani in scaletta di questo "Sfaciolate Mixtape", così da farne il lavoro più personale della carriera, breve ma intensa, di questo classe 2001 di Fiumicino. Sono brani stringati, tempestati di parole sin dall'iniziale "Leantro", costruiti sul modello di una trap distorta e coloratissima fino all'allucinato ("Se sippo la Lean"; "Grizzly"), anche emotiva all'occasione ("In una bubble"; "Spicci e tagli") o iperattiva ("Kiss"; "Green", un videogame
ottantiano frenetico).
I testi rimangono debolucci, tra
braggadocio e introspezione da tema delle scuole superiori, ma anche capaci di scadere nel ridicolo (involontario?) di "Netflixxx", su una sensazionale
fellatio, o di distinguersi per l'inconsistenza ("Bla bla"; "Grazie a Dio"; "Smash"). Vale ancora il racconto di un'inquietudine generazionale, qua fotografata nell'ottovolante "Xan", ma c'è poco di nuovo da dire ed è ancora peggio se lo si deve cercare in mezzo a
filler come la quasi strumentale "Moonstar Trek" o la mezza melodia di "Non puoi fare nada".
Per divertirsi un po' bisogna aspettare "Seleção", con un
beat latino che quantomeno distrae dal solito testo senza costrutto.
Chiude "Sostituite", un brano più hardcore-hip-hop a tirare le fila di un
mixtape confuso e prolisso, che sperpera il talento di Davide Mattei proprio ora che serviva una solida conferma di essere diversi e creativi, pronti a durare anche quando la sovrapproduzione pop-rap lascerà spazio a un altro
trend. Si apprezza molto la scelta dell'album in solitaria (o quasi) in quest'epoca di
featuring epidemico, ma a sostenerlo servono brani da ricordare, qua clamorosamente latitanti.
03/09/2024