Dopo la convincente sinergia instaurata con Alessandro Ciccarelli nel primo capitolo Damāvand, Gianluca Ceccarini inaugura il suo 2024 proponendo un nuovo progetto a quattro mani condiviso con Alessandro Barbanera, compositore elettroacustico con cui condivide l’uso della chitarra quale fonte sonora primaria. Zakhme – non a caso “plettro” in persiano – è la denominazione scelta e il rituale scambio di doni praticato tra la popolazione delle Isole Trobriand nell'Oceano Pacifico, detto appunto kula, il punto di origine.
Della cerimonia che dà il titolo al lavoro il duo traspone in suono la circolarità alla base dell’evento e il senso del magico ad esso connesso e lo fa proponendo un itinerario tripartito che attraversa un’oscurità gravida di sogni inquieti fino a ritrovare la luce dell’alba. Oltre alle frequenze filtrate dello strumento d’elezione, concorrono a definire la trama modulazioni sintetiche, nastri, field recordings e risonanze trovate, incastrare in un ambient che coniuga riverberi materici e flussi sintetici sfociando in un sinuoso torrente sinestetico.
Alla lenta discesa nella notte, scandita da luminescenze dilatate e tessiture ritmiche dal sapore tribale tenute in secondo piano (“Parte I: Rito / Illusioni”), succede una distesa di tessiture oblique finemente screziate, che danno corpo a visioni prodotte dall’attività onirica (“Parte II: Hýpnos “) per tornare infine ad un tessuto dettagliato di stille tattili e voci, annuncio dell’arrivo di un nuovo giorno ("Parte III: Stella del mattino / Risveglio").
Rigoroso nel concetto e predisposto con cura, il viaggio risulta suggestivo pur mancando di apici, incline a disegnare un territorio meditabondo in cui il confine tra la veglia e il sonno si fa volutamente labile.
08/03/2024