Asian Glow

11100011

2025 (Longinus)
shoegaze, noise-pop, indietronica

C’è poco da fare, piaccia o meno, intorno al misterioso shoegazer coreano Parannoul si è ormai creato un culto – perlomeno nel sottobosco del Web. A sorprendere ancor più è però il fatto che, tramite un nugolo fittissimo di collaborazioni, split Ep e altre produzioni partecipative, il produttore e musicista abbia fondato attorno al suo sound un granuloso shoegaze con fattezze bedroom e diy, una vera e propria scena.
Tra i nomi di punta della neonata schiera vi è sicuramente Asian Glow, ossia il ventiquattrenne nativo di Seul Gyn – al secolo Gyungwon Shin. Gyn è per Parannoul una sorta di fratello in armi, ha suonato per lui il basso nello strepitoso live “After The Night” e ci ha condiviso un Ep che reca un titolo che è la crasi dei loro moniker, “Paraglow”.

“11100011” è il quinto disco in proprio di Gyungwon Shin sotto la denominazione che rimanda al rossore da alcolici tipico (soprattutto) dell’Asia dell’Est. Dopo quella che sembra una lunga sfilza di prove e deviazioni, al quinto tentativo la mutazione del musicista sembra aver trovato finalmente stabilità e concretezza: un euforico mix di shoegaze da cameretta, inclinazioni emo, intersezioni indietroniche e, ovviamente, un gusto melodico tutto orientale.
L’inizio è d’impatto, con una “M0numental” che fa già brillare tutti i colori di cui è capace Asian Glow, a suon di melodie che fioccano come stelle filanti e derapate di chitarra. Il trio che la segue è più ovattato, con le strofe permeate di indietronica da giocattoleria (altezza Mum), cantato in chiave minore e poi cascate su cascate di chitarre possedute dal feedback.

Il cuore del disco è però la sua traccia in codice binario, quella che lo intitola. Tra melodie fischiate che rimandano al giapponese Cornelius, archi sintetici, basso tortuoso, chitarre acustiche al sapore di autunno e batterie storte, gli strati non si contano. Gyn li sottrae e rimescola a piacimento, combinandoli ogni volta diversamente scombina le emozioni, confonde, ammalia. Lasciatemelo dire, un piccolo miracolo.
Con i suoi sette minuti di durata “Jitnunkebi (Winter’s Song)”, una lunga cavalcata emozionale con uno schema evolutivo post-rock e zuccherosi caroselli di sintetizzatori orientali. La drum and bass più incalzante e spezzettata prende invece il controllo nella conclusiva “Dorothee Thines”, ma soltanto dopo una lunga sortita shoegaze carica di archi ed emozioni.

La fantasia non è mai mancata ad Asian Glow, le soluzioni men che meno, ma questa volta il genietto coreano è riuscito a far coesistere tutto con brillantezza. Non senza qualche intoppo e allungo di troppo, va detto, la rotta per nuove magie è però tracciata e nitida.  

16/01/2025

Tracklist

  1. m0numental
  2. Feel All the Time
  3. The Worst Way to Start an End
  4. Out of Time
  5. 1110011
  6. Camel8strike
  7. Untitled
  8. Jitnunkebi (Winter's Song)
  9. Dorothee Thines


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