Per Stephen McAll le parole hanno ancora importanza, una rilevanza che è sempre stata evidente già dai primi passi discografici dei
Constant Follower, una band dai contorni mutevoli e più affini a un profilo da solista, distintasi per le colte citazioni letterarie e per una musicalità dai toni riflessivi e dolenti, eppur non priva di speranza e aulica bellezza.
Il terzo album della formazione scozzese è una piacevole conferma di quanto già assaporato in “
Neither Is, Nor Ever Was”, e riproposto con egual candore e intensità nel progetto condiviso con Scott William Urquhart "
Even Days Dissolve".
Ispirato dalle opere del poeta Norman McGaig, “The Smile You Send Out Returns To You” gode di un supporto di musicisti decisamente più ampio rispetto al passato, ed è diventato oggetto anche di un’interessante collaborazione con alcuni artisti e registi, ai quali è stata affidata la narrazione per immagini delle otto composizioni. Lo spirito fortemente collaborativo esalta ulteriormente la solidità della scrittura, gli arrangiamenti sono soffici e ariosi, mentre le eteree sonorità di tastiere e piano intercettano la voce calda ed evocativa di McAll.
Le prime due tracce (la
title track e “Whole Be”) sono un unico sussurro crepuscolare e delicatamente slowcore: chitarre acustiche ed elettriche si fondono con le voci, mentre le melodie appena accennate confluiscono in stratificazioni strumentali che ne assorbono l’avvolgente poetica.
L’arpa di
Andy Aquarius si insinua tra le pieghe della traccia più evanescente (“Almost Time To Go”), due minuti che anticipano il cuore pulsante dell’album (”All Is Well”), il crescendo di tastiere, voci e di sparuti accordi di chitarra è di una bellezza disarmante, McAll sceglie un timbro vocale più cupo raccontando di malattie mentali e del mito di Sisifo, con una serie di immagini forti che lasciano il segno dal punto di vista sia lirico che musicale.
La lunga dissertazione a base di accordi allungati di chitarra elettrica, pause vocali e strumentali di “Happy Birthday” fa da spartiacque, elevando l’intensità emotiva del disco: il tono colloquiale diventa aulico e sognante, la delicata struttura strumentale acquista spessore con tonalità cangianti.
Un letto di synth e note dolenti di chitarra elettrica culla le flebili melodie di “Gentle Teaching”, mentre guizzi folk scivolano tra le confortevoli note di “Patient Has Own Supply” e una potente stratificazione di sonorità di chitarre acustiche ed elettriche accenna una molteplicità di melodie, restando fedele a un tono intimo e dolente, che pian piano apre a un crescendo liberatorio dove timidamente riaffiora la speranza (“It’s Only Silence”).
Con “The Smile You Send Out Returns To You”, i Constant Follower affinano la qualità sia degli arrangiamenti che delle composizioni, entrando senza più alcun indugio tra i nomi più rilevanti della scena folk/slowcore contemporanea.