Have you experienced eusexua? Avete mai provato quella sensazione di euforia che vi assale in prossimità di una straordinaria rivelazione, di una grande idea? No? C'è sempre la strada della pratica, descritta minuziosamente nel metodo e nei vari passi da seguire. Altrimenti si può sempre tagliare corto e farsi un'idea del risultato finale, prima di intraprendere ogni possibile percorso. Una sorta di compendio di vita, di eccezionale elevazione mentale e sensoriale, il terzo album di FKA twigs, opportunamente denominato con l'azzeccato neologismo di sua invenzione, punta a circoscrivere questo stato dell'anima, "la vetta dell'esperienza umana" secondo le stesse parole della musicista, in un pacchetto sonoro totalizzante, figlio tanto dell'elettronica più sfacciata che dell'amore acquisito per i linguaggi pop. Immedesimarsi in tale tripudio è un'operazione più semplice del previsto.
Elettronica e pop, insomma, l'approccio curioso e ondivago di "LP1" e "M3LL155X" integrati alla sponda major offerta da "Caprisongs". Aggiungiamoci generose dosi d'affetto, principalmente per sé stessi e la propria vulnerabilità, e di memoria (l'intero album è stato descritto dalla sua autrice come una lunga lettera d'amore nei confronti della musica dance e della club culture) e si identificano con precisione i cardini, gli elementi base su cui si impernia l'intero progetto-eusexua. Più che rappresentare realmente il passaggio al dancefloor, concetto un po' pretestuoso viste le tante esche gettate al contesto, l'album riflette sull'impatto che questo ha avuto su Twigs, sul suo potenziale liberatorio, sul processo di scoperta che questo ha comportato. Fatta quindi eccezione per "Room Of Fools", capitolo technoide preso in seno dalla Björk dei primi due album, e "Drums Of Death", momento tutto spigoli e percussioni affidato alla sapiente mano di Koreless (co-produttore principale dell'album), la pista compare in tralice, spesso come rivelazione posteriore, talvolta come lontano riverbero, il complemento ideale di un'accentuata riflessività.
Nessun brano esplicita tali scelte meglio della title track. Già un classico del repertorio di Twigs, in potenza tra i momenti definitivi degli anni Venti, monta con astuta sofisticazione, lascia che sia l'agile canto della musicista a prendere piede, introdurre all'universo del disco, all'incomunicabilità di un concetto che solo il suono sa esplicitare. Il tempo che la pulsazione monti, spunti dal sottoterra in cui serpeggia, e tutto prende fuoco, si trasforma in una potente epifania trance, la concretizzazione di un entusiasmo illimitato. Potrebbe andare avanti a perdifiato, e invece no: come arriva così svanisce, un fulmine, tanto brevilineo quanto capace di lasciare un irresistibile desiderio di sé.
Con analoghe intenzioni incede "Keep It, Hold It", mini-suite dal carattere bushiano in cui l'apertura pastorale, autentico notturno folktronico, cede lo spazio a un poderoso break in fascia jungle, il tempo che passi e faccia piazza pulita di tutto, prima che la coda faccia rientrare la piena e risolva la turbolenza in una lenta dissolvenza corale.
È un peccato che un disco capace di rinverdire i fasti di "Ray Of Light", interpretarne al meglio la fascinosa lezione downtempo ("Girl Feels Good" potrebbe essere una "Swim" parte seconda, non sorprende quindi che Marius De Vries ci abbia lavorato), prenda poi la strada di un piatto generalismo pop oppure si avvalga di featuring a dir poco discutibili. Pressioni da major? Per brani come "Perfect Stranger" (ottimo il testo sfacciatamente queer, molto meno la struttura perfetta per una playlist da negozio d'abbigliamento) o "Striptease" (ennesima variazione sul tema dei trap-triplet) può anche essere la spiegazione, per un brano come "Childlike Things", accompagnato dagli scherzi vocali dell'undicenne North West (sì, la figlia di cotanto Kanye) si propende più per una voluta presa in giro. Alla fine sono intoppi non di grosso rilievo, considerando che gran parte della scaletta volge il suo sguardo altrove, resta il fatto che un simile concept, una così impetuosa brama di vita, avrebbe potuto giocarsela tranquillamente con i due dischi precedenti, con qualche esclusione in più. Resta comunque chiara l'impressione di un nuovo passo in avanti, di un entusiasmo che, siamo certi, saprà elargire a lungo i suoi doni.
01/02/2025