Kali Uchis - Sincerely,

2025 (Capitol)
smooth-soul, psych-soul

Non è dato sapere quale sia l'evento così impattante da spingere Kali Uchis a congegnare un album quale “Sincerely,” come seguito di “Orquídeas” dello scorso anno. Resta il fatto che nel tentativo di “trovare la gioia nonostante il mondo circostante” l'artista colombiana ha reciso ogni contatto con la frizzantezza ritmica e l'impatto latino della prova precedente per rientrare nell'alveo di uno stile che tutti i suoi ascoltatori sanno associare perfettamente a lei. Esperienze personali (non necessariamente legate alla recente nascita del primo figlio) e un levigato romanticismo spostano le lancette sonore verso un soul dai distinti contorni rétro, gli stessi che animavano “Red Moon In Venus” ma sfrondati di tutta la dirompente sensualità, a favore di un più netto intimismo, che complimenta i sentimenti racchiusi nel titolo. Talvolta però tanta onestà può omogeneizzare il risultato finale più del previsto.

I ritmi rallentano, sparisce il dinamismo della precedente prova, l'andamento predilige un'uniformità di tono da cui diventa difficile fuoriuscire. Non che i primi album non avessero un leit-motiv sonoro predominante, mai come adesso però il mondo di Uchis si restringe, appiana ogni asperità per insinuarsi nelle calde carezze di un piacere infinito, a cui arrendersi senza condizioni. Poco importa che alcuni titoli suggeriscano altrimenti, che la musicista dichiari di perdere la calma, intervengono tutte le scelte messe in campo a dimostrare un autocontrollo formidabile, il desiderio di una pace dei sensi che nessun evento circostante può scalfire.
Amore, levità, seta e velluti: tutto il corollario lirico della musicista si riflette senza compromessi in ogni decisione presa per il disco, nel diffuso sentire psichedelico di un sound che non alza mai i toni, anzi rallenta, lacera i contorni ritmici all'inverosimile (la seconda metà di “Lose My Cool”, abbandono espressivo studiato con cura assoluta). Proprio per tale specificità il disco difficilmente premia un ascolto spezzettato, viaggia sulle ali di un sentimento che non accetta interruzioni, flusso diaristico in fuga da ogni tentazione mainstream, da ogni selezione che ne frantumi la compattezza di base.

Se è vero che tale scarto di lato premia il controllo artistico di Uchis sul suo percorso, nondimeno non dona il giusto respiro ai brani, quella giusta varietà che consentirebbe una loro migliore leggibilità. Certo, il tocco Brill Building che caratterizza “All I Can Say” giunge a parziale smentita di quanto detto, ma è un outlier assoluto in un ecosistema sonoro che premia poco i guizzi melodici di spessore, lasciando che sia l'espressività a fare il brutto e cattivo tempo.
Quando l'interpretazione si fa realmente appassionata, tutto l'intento e il calore della musicista si rendono palesi, assolutamente straripanti (il caso di “Fall Apart,”, o anche del fuoco interno che anima “Sugar! Honey! Love!”). Sono però casi isolati, difficili da evidenziare in una struttura che non vuole fornire grossi appigli, tradisce una caparbia subordinazione ai propri intenti.
Il tocco di mistero può di primo acchito risultare intrigante, alla lunga però spegne molti degli stimoli inizialmente suscitati. Non vi è dubbio che un disco quale “Sincerely,” sia stato ciò di cui Kali Uchis ha avuto bisogno in questo specifico momento, tale gioia però avrebbe potuto godere di sbocchi più affascinanti.

28/05/2025

Tracklist

  1. Heaven Is A Home...
  2. Sugar! Honey! Love!
  3. Lose My Cool,
  4. It's Just Us
  5. For: You
  6. Silk Lingerie,
  7. Territorial
  8. Fall Apart,
  9. All I Can Say
  10. Daggers!
  11. Angels All Around Me...
  12. Breeze!
  13. Sunshine & Rain...
  14. ILYSMIH




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