Da qualche tempo a questa parte si torna a parlare di un rapporto più stretto tra rock e occultismo. Sia esso un occultismo immaginifico - come nel caso dell'italian occult psychedelia - sia esso un occultismo studiato nella sua essenza storico-socioantropologica. Ne abbiamo parlato con Antonello Cresti, che sull'argomento ha scritto un libro molto interessante intitolato "Come To The Sabbat", in cui si ripercorrono i modi i tempi e i luoghi del rapporto tra rock e occultismo in terra d'Albione. Buona lettura.
Leggendo "Come To The Sabbat" mi sembra di capire che la tua passione per l'Inghilterra venga prima ancora della tua passione per la musica. Ci ho visto giusto?
Tornando indietro nel tempo è venuta prima la musica: sono stati i Beatles ad avvicinarmi all'Inghilterra e non viceversa. Però è assolutamente vero che razionalizzando da un bel po' di anni vedo il Regno Unito come il contenitore ideale di tantissime cose che mi interessano. Certa musica ovviamente (anche se la mia collezione di cd è quanto di più "global" si possa immaginare), ma anche la controcultura, l'esoterismo, il paganesimo. Temi di cui ho diffusamente parlato nei miei ultimi libri. Secondo me, è il paesaggio britannico che ha partorito queste esperienze, una tesi che, mi rendo conto, può sembrare bizzarra, ma ormai non sono il solo ad avanzare una ipotesi simile...
Cosa lega l'esoterismo, l'Inghilterra e la musica inglese?
La storia delle "spiritualità alternative" in Gran Bretagna è una storia plurimillenaria, che inizia con un lunghissimo passato pre-cristiano che si è protratto sino a tempi relativamente recenti (almeno rispetto al nostro paese...) e che indubbiamente ha lasciato una eredità molto forte. Penso senza dubbio a moltissimo folklore, ma anche alle tante scuole magico-esoteriche che hanno proseguito questa vocazione all'eterodossia, da John Dee a Crowley, passando per i Druidi, la Wicca e molto altro. Poiché la musica, arte sottile per eccellenza, dovrebbe rivolgersi alle sfere dell'inconoscibile, è piuttosto ovvio che si sia creata una sorta di "alleanza" tra suono underground e altre spiritualità. Poche sono le grandi esperienze musicali inglesi totalmente dimentiche di tutta questa antica sapienza, e non mi riferisco solo al pop e al rock. Questo discorso vale anche per la musica classica, a dimostrazione di un legame davvero forte!
Com'è cambiato il rapporto tra l'esoterismo e la musica inglese nel corso dei decenni e con il susseguirsi dei generi?
Una volta che si è riscoperto questo legame, dunque più o meno nel 1967 con l'esplosione del fenomeno hippie, e una volta che i primi pionieri avevano tracciato la via (penso Third Ear Band, Black Widow e molti altri...) più o meno il livello di concentrazione di riferimenti esoterici nella musica è rimasto invariabilmente alto. Sono semmai mutati i riferimenti: se il rock anni Settanta predilige soprattutto Crowley e le suggestioni più "luciferine", fenomeni come l'industrial sarebbero difficili da comprendere senza uno studio comparato del fenomeno della Chaos Magic. Negli anni 90, poi, assistiamo all'esplosione del neopaganesimo e con esso a una ennesima tappa del folk revival. Insomma, in qualche maniera le due cose procedono addirittura in maniera affiancata!
A proposito di industrial, nel libro accenni a una dimensione di alterità culturale che l'esoterismo ha rappresentato per quella generazione, anche in riferimento e in opposizione al potere thatcheriano...
L'esoterismo, indicando un possibile "altrove" ha sempre rappresentato anche una possibile via di fuga, di alternativa, magari in senso più metapolitico per gli hippie, decisamente più ribellistica per coloro che si sono trovati a operare negli anni Ottanta. E' opinione condivisa dagli stessi protagonisti di quegli anni (si vedano alcune delle interviste di "Come to the Sabbat") che la scoperta dell'esoterismo sia stata una magnifica valvola di sfogo, ideale e creativa, al dominio del materialismo e del consumismo imposto dalla Thatcher. Un modo, direi, per immaginare un paradigma davvero alternativo, oltre le ipotesi radicali di sinistra come di destra e avvertite già allora come stagnanti e obsolete.
Secondo te c'è un filo conduttore che caratterizza il rapporto dei musicisti inglesi con l'esoterismo e che lo differenzia rispetto al rapporto che ne hanno, ad esempio, gli americani?
Ovviamente occorre analizzare caso per caso, però semplificando ti rispondo che il rapporto degli statunitensi con l'esoterismo mi è sempre sembrato più esteriore, "effettistico" se vogliamo. Certo casi simili abbondano anche in Gran Bretagna (e difatti ci sono delle assenze eccellenti nel mio libro), però mi sembra che in molti casi ci sia anche uno studio, un interesse sincero, che va al di là della mera shock tactic. Penso a Julian Cope e alla sua ricerca in ambito megalitico, a molti musicisti impegnati in prima linea nello studio delle rune o del druidismo. Ad altri che conoscono a menadito il folklore anglosassone. Niente a che vedere insomma con il death metal a stelle e strisce o con Marilyn Manson...
"Come to the Sabbat" è una citazione dei Black Widow, una delle prime formazioni a parlare espressamente di occulto nei propri testi. Non credi che, al di là del valore musicale, i Black Widow abbiano legittimato una concezione estetizzante dell'occultismo nel rock?
Credo che i Black Widow si trovino sospesi tra la dimensione a cui alludi tu e la pura ricerca. Il loro live show, con tanto di falso sacrificio umano, li porta certamente nella dimensione più horroristica (anche se miracolosamente scampa dal kitsch, a giudicare dalle immagini che ho visto), ma va detto che quello stesso show fu curato e pensato con l'apporto di Alex Sanders, allora Alto Sacerdote della Wicca, che di rituali esoterici se ne intendeva. E che la di lui moglie Maxine partecipò alla messinscena in svariate occasioni. Non so quanto gruppi rock abbiano potuto vantare una connessione (e un riconoscimento) così forti da un'autorità esoterica di prim'ordine...
Ci sono delle formazioni britanniche degli anni Zero che, secondo te, portano avanti il discorso di un rapporto stretto con l'esoterismo nei termini che tu spieghi nel libro?
Dopo l'esplosione neopagana degli anni Novanta cui accennavo prima, mi sembra che la scena abbia subito una flessione... Lo spazio se lo sono preso le black metal band che propongono la loro musica di ispirazione anglo-sassone (un topos che già era presente nel decennio precedente) e comunque molte altre formazioni che operano sulla scia del già sentito. Se devo fare il nome di un artista che mi ha colpito negli ultimi anni, ti menzionerei Sieben, coi suoi lavori evidentemente gravidi di atmosfere paganeggianti. La sua parabola mi sembra davvero quella di un musicista ispirato. E in generale citerei anche la definitiva riesplosione del fenomeno folk, con decine di progetti e piccole etichette (si veda la compilation "John Barleycorn Reborn").
Più che uno betting predictions studio approfondito, oggi mi pare che l'esoterismo in musica sia una questione di immaginari. Consideri ciò una deriva del fenomeno?
Non necessariamente. Mi spiego meglio: se l'alternativa all'effettismo da cartoon deve essere la pedanteria, allora viene immediata la tentazione di immaginare l'esoterismo come un'atmosfera. Un'atmosfera che per la sua imprendibilità si associa benissimo a una creazione trascendente quale la musica è. Credo infatti che la musica, più di ogni altra arte, si sposi particolarmente bene con la spiritualità, in senso generale. E nello specifico "alludere" a certe filosofie o ritualità può spingere a una ricerca ulteriore ben più che un noioso, dotto, trattato... Vedremo comunque gli effetti del fenomeno che tu segnali.
Per chiudere, il tuo libro è un viaggio, in che termini ti ha arricchito?
L'arricchimento maggiore che ne ho tratto, oltre il piacere e la gratificazione di sapere che a tanti è piaciuto o è servito, è stato derivante dalle scoperte che io stesso ho fatto durante la scrittura. Mentre il libro cresceva, scoprivo musiche, libri e personaggi prima a me totalmente o parzialmente ignoti, e questo è stato bellissimo... Una sorta di maieutica personale che mi ha convinto ancora una volta del fatto che la ricerca è eterna e senza fine. Avanti, dunque!