Dieci Piccoli Italiani

Dieci Piccoli Italiani - N. 60

di AA.VV.

giunglaGIUNGLA - Camo Ep (2016, Factory Flaws)
indie-rock

Dopo la lunga esperienza con gli Heike Has The Giggles, Emanuela Drei debutta con il proprio progetto solista e anche la sua etichetta, la Factory Flaws, è alla prima pubblicazione ufficiale. Le quattro canzoni rispecchiano, nel loro insieme, il titolo dell'Ep, vista la varietà tra un brano e l'altro: tre canzoni utilizzano un importante accompagnamento di ritmiche ed effetti electro, mentre "Sand" è la più morbida del lotto e si basa su rotondi arpeggi di chitarra. L'iniziale "Cold" è il brano di maggior impatto e potenza sonora, "Forest" è cupa e ansiogena, mentre "Wrong" è snella e essenziale. I pregi dell'Ep sono rappresentati da un songwriting ispirato e maturo, segno che la Drei è stata in grado di sfruttare la propria esperienza per ripartire in un nuovo ambito, la capacità di creare un immaginario ben definito declinandolo ogni volta in modo diverso, e un'interpretazione caratterizzata dalla necessaria duttilità. Un ottimo inizio, quindi, per un progetto che, non a caso, sta già godendo di una buona esposizione anche all'estero, su testate come NME e Pitchfork (Stefano Bartolotta 7/10)


grandmothersafariGRANDMOTHER SAFARI - Grandmother Safari (2016, Hopetone)
progressive

Sestetto cagliaritano, Grandmother Safari nasce nel 2007 e procede in veste unicamente live. Anni dopo il debutto omonimo raccoglie le loro migliori jam. L'introduzione di "A Life Show" è truffaldina, una ballad psichedelica per vocals svogliate. Dopo due minuti, comunque, il loro programma più autentico comincia con una girandola space-rock. I 7 minuti di "Seed Balls" si basano su sincopi jazz che ospitano toni, fanfare e aromi samba. La più breve e quasi drum'n'bass "Sand Bells" rende l'atmosfera più introspettiva con una soundscape equatoriale. "Lines And Circles" (9 minuti) e "GMS" (11 minuti) si spingono anche oltre, forti di figure ritmiche e armoniche sempre cangianti, espandendo infine il senso di esoterismo e mistero. Jazz-rock che è, allo stesso tempo, allungato (come vuole il genere), ma privo di veri virtuosismi e anche reali slanci d'improvvisazione. La sintesi delle due li accomuna alla scuola nordica (Jaga, Efterklang) e fa assomigliare i pezzi a danze propiziatorie che trovano sempre un pretesto melodico o armonico per proseguire all'infinito. Un punto a favore anche dalla qualità di suono sciattamente mono. Preceduto da un brano-video autoprodotto, parte del primo demo, "Weird Things" (2011) (Michele Saran 6,5/10)


lamunicipalLA MUNICIPAL - Le nostre guerre perdute (2016, La Rivolta Records)
alt-pop, songwriting

Dal titolo pare un disco dei Ministri, e invece "Le nostre guerre perdute" è il bell'esordio di Carmine e Isabella Tundo, da Galatina, Salento, Puglia. Un progetto di pop d'autore che in diversi punti ricorda i primi Baustelle (quelli fino ad "Amen", tanto per intenderci): ascoltare per credere "Lettere dalla provincia leccese" (dove si scorge anche qualcosa di Daniele Silvestri), "Discografica Milano", "George", "Via Coramari" e "Il mercante di occhi", i brani più ritmati, ed anche i più riusciti. Ma non sono affatto male i momenti più rarefatti, fra i quali spicca "L'universitaria fuori sede". Grandi melodie, ritornelli enfatici, ironia e romanticismo, tutto condensato in dodici canzoni (più una ghost track strumentale) che cercano di ammorbidire con leggerezza i piccoli problemi quotidiani, le piccole incomunicabilità che ognuno di noi si trova ad affrontare. Storie di e per trentenni, ma rafforzate da quell'universalità in grado di renderle gradevoli a chiunque. Un primo capitolo pienamente riuscito (Claudio Lancia 6,5/10)


lucadimaioLUCA DI MAIO - Letiana (2016, autoprodotto)
songwriting

Debutto da solista dopo l'esperienza con gli Insula Dulcamara per questo napoletano classe 1980. Dal punto di vista musicale, la particolarità di questo lavoro è rappresentata dalla voglia di rifarsi al cantautorato classico rileggendolo in chiave moderna, vuoi utilizzando suoni attuali (l'iniziale "Migrare", "Impalcature"), vuoi rimanendo più legati alla tradizione rinvigorendola con un evidente aggiunta di vitalità (il singolo "La Normalità", "Canzone Per Il Mio Piccolo Cuore"). Dal punto di vista dei testi, ci si concentra su storie e ritratti che descrivono la difficoltà, che può manifestarsi sia in momenti estemporanei che in situazioni più radicate. La scrittura è solida e l'idea sopra descritta è messa in atto con costrutto, per un risultato senz'altro interessante. Manca ancora la capacità di affondare il colpo come si deve, ma intanto questa è una buona ripartenza (Stefano Bartolotta 6,5/10)


lechiavidelfaroLE CHIAVI DEL FARO - Dentro (2016, autoprodotto)
alt-rock

Provenienti da Gubbio, Le Chiavi Del Faro sono un power-trio che tutto assorbe: prog sinfonico, jam chitarristiche, psichedelia cromatica, elettronica analogica. A questo calderone si aggiunge poi un canto acrobatico che interviene senza preciso ordine, facendo assomigliare i pezzi del primo "La furia degli elementi" (2013) a delle vere sceneggiate teatrali. Il secondo "Dentro", successore dell'Ep "Io più che altro sbaglio" (2014), si prende meno licenze creative riordinandosi al formato-canzone funk-rock. Anche i brani sono più brevi (molti non arrivano ai 3 minuti), ma è una concisione che fa assaggiare ancora varietà e variabilità. In "Strage del deserto" non si fanno mancare una progressione alla Richard Hell e una breve jam tutta wah-wah. Se "San Complotto e la Rotella" è un hard-rock vecchio stampo più ballabile che aggressivo, il blues-noir di "Malattie a galoppo" procede per rapide fitte demoniche. Le più contagiose, "Sporchi" e soprattutto "La cura dei cori", sono anche esempi di scrittura ed esecuzione impervie. La seconda metà dell'album declina un filo per via di brani pur sempre competenti ma con meno onda d'urto (e prende una piega sanremese in "Plastiche l'inventario"). Si tiene a galla grazie a nuovi esperimenti, come i gorgoglii elettronici e la remota voce d'angelo in "I cani sono macchine molto semplici", e almeno il finale epico d'invocazioni catatoniche di "La quasi fine". In tre, chitarra (Federico Gioacchino), basso (Luigi Beneetti) e batteria (Jacopo Baldinelli), ma aggiungono di tutto: drum machine, campionatori, sax, synth, tastiere. Album vorace e comunque non greve, che peraltro controbilancia lo scatto burino con il fatato esistenzialismo delle liriche. Produzione intelligente di Simone Sproccati (Michele Saran 6/10)


comaberenicesCOMA BERENICES - Delight (2016, Slow Down Records)
dream-folk-pop

Coma Berenices è un progetto interamente strumentale ideato da Antonella Bianco e Daniela Capalbo, il quale oggi si materializza in un esordio che prende le sembianze di un Ep soffice e discreto. Cinque tracce in grado di avvolgere l'ascoltatore con morbidezza, grazie a trame acustiche ipnotiche e delicate. Chitarre malinconiche si rincorrono, a volte in perfetta solitudine, a volte accompagnate dai synth e dal drumming di Fabio Caliento. Le trame sono orecchiabili, tendendo verso un certo pop (declinato in dream) influenzato da accenti folkye. Tutto e cristallino, un sottofondo musicale che lascia presagire interessanti sviluppi futuri. Osassero aggiungere qualche linea vocale, le giovanissime musiciste riuscirebbero a conferire maggiore dinamicità a composizioni comunque ben costruite e suonate con grande perizia. E quando, di tanto in tanto, il ritmo accelera un po' (come avviene nella parte conclusiva di "Idiot") è davvero un bel sentire (Claudio Lancia 6/10)


noirprojectNOIR PROECT - Saved (2016, Mervilton)
grunge

Di Torino, il quartetto dei Noir Project debutta con due Ep e poi con il lungo "Saved". Il (giovanissimo) complesso suona un heavy-metal progressivo scuro e ponderoso alla Tool, comunque scattante e facilitato ("Three Centuries", "Youngers", "Modern Life"). Si va sul sicuro, e nell'atmosfera e nella resa sonora. Le cose più interessanti sono però le introduzioni elettroniche da parte del synth dell'esterno Giorgio "Adrenochrome" Tedesco, soprattutto nei brani d'inizio e chiusa, l'ambient industriale della title track e "W", peraltro ben amalgamate dalla produzione di Manuele Miceli. Altrove è una pura decorazione che avrebbe più possibilità di esprimere pathos, come nel mantra di "Sovereign" (uno dei momenti più riusciti). C'è anche un flauto che si fa strada in mezzo alle distorsioni quasi alla maniera dei primi Mercury Rev: "The Dazzling Confessions". Capriccioso per intensità maniacale e sovrappiù di virtuosismi, ma - rovesciando il punto di vista - disciplinato e competente rispetto ai dettami di stile cui s'iscrive. Edito dalla statunitense Mervilton Records (Michele Saran 6/10)


neverwhereNEVERWHERE - Alonetogether (2016, Dotto)
emowriter

Prima uscita discografica per il collettivo Dotto, che sta per chiudere la seconda stagione di concerti torinesi. "Alonetogether" è un prodotto tutto casalingo, dato che è il lavoro solista di Michele Sarda, membro del collettivo e dei New Adventures In Lo-Fi che sono un po' il nucleo di partenza dell'iniziativa. "Casalingo" anche negli intenti e nel risultato, nel bene e nel male, nel senso che Neverwhere potrebbe essere il cugino che vorresti avere, che sa suonare e cantare ma soprattutto mettere il cuore in quello che fa ("Ask The Stars", "November") - cosa non scontata anche nel mondo della musica indipendente. È inevitabile, d'altra parte, che si abusi un po' dei cliché dell'emowriting nostrano, di quel senso di "onestà" e di ingenuità espressiva di un'adolescenza perenne, che musicalmente si esprime attraverso un po' prevedibile cronistoria loser, con minor arroganza sicuramente di un Kozelek ("One For The Missing"), ma senza grandi picchi di scrittura (Lorenzo Righetto 6/10)


borisramellaBORIS RAMELLA - Non riesco a dormire (2016, La Giungla Dischi)
alt-pop, songwriting

Boris Ramella, è un cantautore ligure, da Sestri Levante, giunto all'esordio su lunga distanza (dopo un Ep di un paio d'anni fa) con "Non riesco a dormire", album che vede la partecipazione di Giuliano Dottori ("Dentro casa") e Maurizio Carucci degli Ex-Otago ("Lasciamoci un attimo"). Prodotto da Ramella in collaborazione con Lele Battista, "Non riesco a dormire" è un lavoro intimo, che narra di piccole quotidianità, raccontate con sensibilità e partecipazione, con leggerezza e grande spirito melodico. Fra Max Gazzè ("Quasi intelligenti") e Samuele Bersani ("Quasi Ernesto"), Boris si inserisce nella scia dei migliori cantautori di casa nostra degli ultimi vent'anni. Ma dimostra attenzione anche nei confronti della recentissima generazione (I Cani, Calcutta), come lascia trasparire dalla brevissima filastrocca per voce e chitarra acustica "Fantasia di pecora". La strumentale "App" chiude il disco, con grazia ed eleganza. Ne risentiremo parlare. (Claudio Lancia 6/10)


greengreenartichokesGREEN GREEN ARTICHOKES - Treasure Hunt (2016, autoprodotto)
indie-folk, alt-country

Qualche buon passaggio e un po' di dilettantismo sono un po' la croce e la delizia dell'esordio su Lp dei Green Green Artichokes, che con il loro "Treasure Hunt" partono dalle radici Fairport Convention e vanno molto lontano fino ad avvicinarsi a un più insipido prodotto indie-folk vagamente melodico/bucolico, coprendo il tutto con una patina, appunto, d'improvvisazione, soprattutto nella scrittura. Può capitare di sentire dell'urgenza, ma perché il filtro artistico è inesistente, così come la padronanza della pronuncia inglese (in questo caso, non per fare i puntigliosi, abbastanza da pregiudicare l'ascolto e far sorgere qualche dubbio sulla serietà della proposta). In realtà l'interazione tra Paolo e Stefano ha diversi passaggi interessanti, tanto che i brani di "Treasure Hunt" suonerebbero probabilmente meglio in assenza di una linea vocale (troppo spesso la parte più prevedibile, peggio eseguita, non solo per la pronuncia) (Lorenzo Righetto 5,5/10) 

Discografia

GIUNGLA - Camo Ep (2016, Factory Flaws)
GRANDMOTHER SAFARI - Grandmother Safari (2016, Hopetone)
LA MUNICIPAL - Le nostre guerre perdute (2016, La Rivolta Records)
LUCA DI MAIO - Letiana (2016, autoprodotto)
LE CHIAVI DEL FARO - Dentro (2016, autoprodotto)
COMA BERENICES - Delight (2016, Slow Down Records)
NOIR PROECT - Saved (2016, Mervilton)
NEVERWHERE - Alonetogether (2016, Dotto)
BORIS RAMELLA - Non riesco a dormire (2016, La Giungla Dischi)
GREEN GREEN ARTICHOKES - Treasure Hunt (2016, autoprodotto)
Pietra miliare
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