Celebriamo la monografia su Burt Bacharach appena pubblicata su OndaRock con una carrellata di cover e omaggi da parte dei protagonisti del pop-rock mondiale, nella nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i martedì dalle 23 alle 01 su Radio Città Aperta (Fm 88.9 a Roma o in streaming qui).
Beatles, Elvis Presley, Stranglers, Faith No More, Love, Pretenders, Naked Eyes, Jim O'Rourke, Paul Weller, Deacon Blue, Divine Comedy, Everything But The Girl, Elvis Costello, Ani DiFranco, Mike Patton, White Stripes e tanti altri in una galleria di cover doc, attraverso la quale ripercorriamo la storia del compositore americano.
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Bacharach cover - parte 1
Bacharach cover - parte 2
Osteggiata dal rock degli anni 70, la musica di Bacharach è stata riscoperta dalle successive generazioni di musicisti, affascinate in particolar modo dalle sonorità lounge degli anni 50 e 60, soggette a una imponente opera di riscoperta e rivisitazione nel decennio 90, dal trip-hop di Portishead & C. alle ninnananne dei Belle & Sebastian fino alle nuove schiere del britpop e addirittura alla scena elettronica, con tanto di campionamenti imprevedibili (come quello di "Blue On Blue" nella "So Easy" dei Royksopp). Ma, osservando con più attenzione, l’ombra del Bacharach-sound - quel mix irresistibile di archi e morbide frasi di piano impreziositi dalle sospensioni del jazz e dai ritmi vellutati della bossa nova - aleggiava già da tempo sul pop inglese più raffinato, dai tempi del new cool 80’s di Style Council, Sade, Matt Bianco ed Everything But The Girl (stupenda la “Alfie” reinterpretata da Tracey Thorn), o del sophisti-pop di Prefab Sprout, Lloyd Cole & The Commotions, Blow Monkeys, Aztec Camera e Deacon Blue (autori nel 1990 di un pregevole Ep con 4 cover di Bacharach). Un omaggio costante nel tempo, alimentato da una messe di cover, dalla “(There's) Always Something There To Remind Me” dei Naked Eyes (una delle più gradite dal maestro) alla “Make It Easy On Yourself” di Ash e Divine Comedy, dalla “Close To You” di Paul Weller fino alla stupefacente “I Just Don't Know What To Do With Myself” dei White Stripes, profeti del rock-revival del Duemila (con tanto di torrido videoclip diretto da Sofia Coppola, con protagonista una conturbante Kate Moss in versione lap-dancer). Alla new wave bacharachiana si è unito anche il cinema: da “American Beauty” a “Forrest Gump”, passando per “Big Fish” e cult d’autore come “Paura e delirio a Las Vegas” (Gillian), i brani del compositore americano hanno (ri)cominciato a inondare il grande schermo.
Questi e tanti altri omaggi lo hanno consacrato Coolfather del pop.
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