Deacon Blue

The Hipsters

2012 (Edsel)
pop-soul

Bastano le prime note di “Here I Am In London Town” per comprendere le reali ambizioni di Ricky Ross e dei suoi Deacon Blue: venticinque anni dopo “Raintown”, il gruppo è ancora saldamente ancorato a quel pop ricco di suggestioni che conquistò il primo posto in classifica nel 1989.
Ispirata dagli Steely Dan (il loro nome proviene da un brano dell’album “Aja”), la band si colloca giusto un gradino più in basso dei suoi coetanei Prefab Sprout, condividendo la stessa attitudine a un pop-soul tinto di jazz e una maggiore attenzione a problematiche sociali e politiche, che ne hanno consolidato l'immagine di icona pop. Prima affascinato dall’epica da stadio alla Simple Minds e poi racchiuso in uno status d’ibridazione poco creativo, il loro leader ha proseguito poi nella sua avventura di gladiatore di un pop-rock dinamico e romantico anche nelle sue successive prove da solista.

Lontane le suggestioni della Scozia delle foto di Oscar Mazarati, il gruppo riprende le fila di un discorso senza molte rivoluzioni stilistiche, ed è un bene. La sottile ironia del titolo “The Hipsters” sfida la velocità delle mode attuali del business musicale, e l’autore di raffinate istantanee sonore come “Chocolate Girl”, “Dignity” e “Real Gone Kid” si dimostra ancora capace di rinnovare la forza lirica e poetica del pop made in Scotland.
Produttore già alla corte degli Admiral Fallow (da molti considerati gli eredi dei Deacon Blue), l’ex-Delgados Paul Savage garantisce sonorità asciutte e moderne al ritorno discografico della formazione. La buona notizia per tutti i fan del gruppo è che la loro creatività è ancora intatta: la sognante ballata pianistica “The Turn” è amabilmente romantica e incisiva, “The Outsiders” è il pop-folk che manca ai Mumford & Sons, e “Laura From Memory” è la canzone che attende la consacrazione del palco, per entrare nel repertorio storico della band.

Inevitabilmente la loro musica evoca spettri mainstream che possono irretire i duri di cuore, e l’eccesso di zuccheri può essere fatale per i neofiti, ma il tono crepuscolare di “Here I Am In London Town” e “Stars” hanno le caratteristiche giuste per confermare il loro status di artigiani del pop.
Album ricco di ottimismo contagioso, “The Hipsters” resta amabile anche nei momenti più robusti come “The Rest” e “That’s What We Can Do”, così come nell’inevitabile citazione di Burt Bacharach di “Is There No Way Back to You”. Il tutto scorre però senza avere la forza rivoluzionaria del movimento Honey At The Core, che segnò la stagione calda della nuova musica scozzese, ma c’è abbastanza classe e buon gusto per archiviare questo disco come un piacevole ritorno. 

 

05/10/2012

Tracklist

  1. Here I Am in London Town
  2. The Hipsters
  3. Stars
  4. Turn
  5. The Rest
  6. The Outsiders
  7. That’s What We Can Do
  8. She’ll Understand
  9. Laura From Memory
  10. It Will End In Tears
  11. Is There No Way Back To You

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