10/07/2008

Tricky

Parco della Pellerina, Traffic Festival, Torino


Alla sua quinta edizione, il festival gratuito torinese Traffic decide di puntare sul ritorno di due grandi nomi della musica pop: i Sex Pistols e Tricky. Nel corso di poche ore si susseguono sul palco del Parco della Pellerina "disegnatori di ritmi" (tanto per citare il tema della prima serata) di ogni tipo, dai deludenti Battles ai divertentissimi Soulwax, fino a quando non arriva il turno di Tricky, headliner della serata. Il pubblico, ancora scosso e sudato dopo aver ballato i ritmi dei Soulwax, accoglie con entusiasmo lo sciamano del trip-hop e i suoi ritmi downtempo narcotizzanti, ma è lui stesso a deludere con un'esibizione pressapochista e svogliata.

Si presenta in jeans e maglietta (per restare a torso nudo dopo due-tre pezzi), accompagnato da una background band con formazione chitarra-basso-batteria con l'aggiunta di un tastierista e una corista che - ahimè - si rivelerà la principale vocalist della serata, sostituendo Tricky invece che supportandolo. Già, perché di Tricky in questo concerto si è visto e sentito davvero poco, pareva quasi che tutti fossero lì per vedere il concerto della sua band di supporto, mentre lui – puntando solo sul carisma del suo personaggio - faceva occasionali e fugaci comparse al microfono, preferendo sempre restare all'ombra della vocalist o ritirandosi dal palco per fumare.

Lo spettacolo comincia bene, con l'ottima cover di "Lovecats" dei Cure, seguita da alcuni dei pezzi migliori, tutti suonati egregiamente da una band compatta e decisamente "rock" nell'approccio, con ritmi pesantissimi e lenti a scuotere lo stomaco degli spettatori nelle prime file; a lasciare l'amaro in bocca sono i pezzi nuovi, debolissimi dal punto di vista melodico e compositivo. Se alla selezione migliorabile della scaletta si aggiunge la svogliatezza prima accennata di Tricky, il risultato ottenuto non è certo dei migliori; fortuna che nel finale qualche asso nella manica viene estratto: prima la cover di "Dear God" degli Xtc (la versione presente su "Vulnerable" era un oltraggio, questa esecuzione dal vivo invece è stata una gioia per le orecchie), poi nell'ultimo pezzo un finale esplosivo, con un climax dilatato all'infinito, con crescendo di chitarre (pesantissime, sembrava un concerto dei Tool!) e tastiere e un Tricky quasi invasato, come se avesse preso finalmente controllo di sé.

Poteva andare peggio, come si sul dire, ma da un personaggio di un certo spessore come lui ci si aspettava un ritorno più sorprendente, o quantomeno più in forma.

(18/07/2008)

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