Emiliano Sicilia

Devotion Materialize

2006 (Horus Music)
industrial, horror-metal

Succede che il milanese Emiliano Sicilia, dopo anni di apprendistato di chitarra classica e flamenco, una laurea in Storia e Filosofia e una fibrillante attività di insegnamento privato, decida, come spesso succede in questi casi, di mettere a frutto la sua esperienza con la pubblicazione di un disco tutto suo. Il promo “The New Reality”, contenente quattro tracce strumentali, aveva già dato un primo assaggio dell'universo sonoro del Nostro, con un assemblaggio di influenze non solo musicali (si va da Steve Vai ai Rammstein, dai Nine Inch Nails ai Type O Negative, dai Meshuggah ai Cannibal Corpse, e via di questo passo), ma anche tutto uno scenario filmico legato alla cinematografia horror, sci-fi e cyberspace (di cui Sicilia sembra essere un grande esperto).

Così, questo "Devotion Materialize" si prende la responsabilità di miscelare, in un unico, avveniristico, calderone (prendete fiato!) metal, etnica, house, funk, industrial, elettronica, flamenco, country, folk, blues... e chi più ne ha più ne metta. Il tutto, con l'abilità (o la maledizione?) del guitar-hero logorroico, che allunga la sua ombra pseudo Malmsteen-iana in ogni anfratto sonoro del disco. Horror-metal, direbbe il nostro. O, meglio: industrial-horror metal, ma dal carattere estremamente barocco e progressivo.

Succede, allora, che dal suono di una motosega si venga catapultati nella "Cyber Room", primo esempio di questo vortice folle di cambi di tempo repentini, sbrodolamenti chitarristici e ritmiche sintetico-industriali. E che, poi, si venga risucchiati nel buco nero di "Splatter On A Bluegrass", mix spericolato (i Vampire Rodents sul viale del tramonto e in cura psichiatrica?) e senza freni di flamenco, arie popolaresche, country on speed e cyber-death, il tutto arricchito dal growl di Danilo Di Lorenzo e dalla voce di Pamela Manzo. E' questo, forse, il brano in cui meglio vengono a galla tutte le potenzialità del Nostro, in un formato ancora accettabile e non eccessivamente stiracchiato, come, ad esempio, quello di "The New Reality Suite". Quest'ultima, infatti, porta in dote un’ipotesi davvero ultra-barocca di un heavy/death/shock-metal camaleontico, capace di passare, come se niente fosse e senza soluzione di continuità, da uno stile all'altro, da un genere all'altro; senza paura e senza vergogna. L'ascolto è anche piacevole e stimolante, ma mancano ancora quell'ispirazione e quella padronanza in fase di montaggio tali da evitare al tutto il rischio di cadere nel semplice divertissement "collagistico".

Se le sovrastrutture fantascientifiche di "Neurosaloon" lasciano alquanto indifferenti, i ghirigori chitarristici, il rifferama death e le fantasie à-la Penguin Café Orchestra di "The Green Mirror" dimostrano una buonissima tensione melodica e un delicato candore immaginifico, in quel contrasto finalmente ben dosato tra acustico ed elettrico. Dal canto suo, invece, "3000 Zombies" è un'altra folle corsa progressiva (non del tutto riuscita), ma con le aggiunte, non certo indifferenti, di languido melodismo Aor e vaudeville in manicomio.
Chiude, infine, una “Thermodinamic Hypothesis” attraversata da sinistre mutazioni horror-soniche, a incorniciare un disco che non è certo l’opera di un genio (come qualcuno, senza alcun pudore, ha scritto) ma che, comunque, ha dalla sua un fascino tutto particolare e qualche numero davvero interessante. Può darsi, quindi, che il futuro ci riservi delle belle sorprese.

19/11/2006

Tracklist

  1. Cyber Room
  2. Splatter On A Bluegrass
  3. Neurosaloon
  4. The New Reality Suite
  5. The Green Mirror
  6. 3000 Zombies
  7. Thermodynamic Hypothesis

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