Pole

Steingarten

2007 (scape)
elettronica

Nel suo coerente e ormai decennale percorso di ricerca Stefan Betke è riuscito a coniugare efficacemente il rigore concettuale della migliore elettronica di stampo minimalista, con il corposo beat delle musiche dance oriented, pur prestandosi raramente a deviazioni decise verso estetiche sonore esclusivamente clubbistiche. Lo abbiamo scoperto a trafficare con materiali dub, ma anche hip-hop, con certe suggestioni nu jazz, e perfino a farsi ammaliare da tentazioni ambientali, soprattutto nel terzo disco.

"Steingarten" rappresenta probabilmente il punto d’arrivo (e di non ritorno?) della sperimentazione di Pole, dove gli elementi precedentemente utilizzati si scoprono stilizzati, essiccati, sottoposti a processi d’estrema ibridazione che ne minano la riconoscibilità. Ciò contribuisce a rendere questa musica inclassificabile, ma anche personale - e questo va a suo merito- oltre che decisamente affascinante.
La continuità, sta semmai nell’approccio celebrale e fisico al contempo, nell’esplorare senza riserve le molteplici possibilità offerte dalla ripetizione, nell’evocare ambientazioni asettiche, nell’essere groovey ma al contempo non danzereccio. Su quest’ultima impressione viene in soccorso Scape Records, che nel presentare Steingarten afferma: “But despite some funky grooves, this is no dancefloor record. And despite its simplicity, the music never comes across as meagre or repellently cool ”.

Benché la bucolica luminosità della copertina possa trarre facilmente in inganno, “Steingarten” trasuda una certa oscurità, come da prassi Pole in linea di massima, qui resa ancor più subdola dal calore “materno” di groove funky, e da una fine vena melodica che sposta l’asse verso territori decisamente pop.
Insomma, ci pare di riscontare una maggiore accessibilità complessiva, nonostante la destabilizzante roboticità di alcuni episodi, “Sylvenstein” su tutti. Per non tacere della successiva “Schöner Land”, appena riabilitata nel suo dirigersi verso ariosità ambientali, tuttavia subitaneamente soffocate. E pare abbia studiato il buon Betke se i bleep e glitch di “Madchen” non dissimulano una certa somiglianza con le ultime produzioni di elettronica texturale, a mostrare come egli sia alunno diligente, oltre che maestro discretamente influente. Mentre, e scusate l’ironia, più isolazionista di "Jungs" c’è solo una cassa da morto.

Difficile immaginare cosa possa venire dopo "Steingarten".

05/03/2007

Tracklist

  1. Warum
  2. Winkelstreben
  3. Sylvenstein
  4. Schöner Land
  5. Mädchen
  6. Achterbahn
  7. Düsseldorf
  8. Jungs
  9. Pferd

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