Namenlos

Sturmundrama

2008 (Autoprodotto)
gothic-industrial

Tanto per iniziare, lascerei volentieri la parola agli "autori". "È giunta al termine la lunga gestazione che si è resa necessaria per la realizzazione del nostro terzo lavoro: 'Sturmundrama', autoproduzione le cui lavorazioni sono iniziate alla fine del 2007. Ciò che ne è uscito è un concept-Ep (o album, fate voi...) diviso in otto tracce [...] anche diverse tra di loro a livello stilistico, a livello di 'genere musicale' se vogliamo, ma unite da una impostazione, un contesto, un'aria, un clima cultural-intellettual-estetico-artistico di fondo che ne costituisce il minimo comune denominatore e che si può definire e riassumere solo con la parola "Sturmundrama". Lo spirito musicale che lo pervade è di tipo eterogeneo e sincretistico, basato su un'indefinibile commistione di generi e sull'utilizzo di diversi strumenti e sonorità (sia acustici che elettronici) che possono rimandare alla mente diversi filoni musicali, dall'apocalyptic-folk all'industrial, dal neo-classico all'electro..."

Insomma, esaustivi, direi. E se anche tra le righe si legge una certa enfasi (il sottotitolo recita "gesto musicale composto, arrangiato, eseguito e recitato da Friedrich Lestat Namenlos e interpretato dal canto di Siren Obscene"), vi posso assicurare che questo disco dei perugini Namenlos (in tedesco, "senza nome") è lavoro che merita attenzione, fosse solo per il modo ironico (?) con cui sul loro Myspace cercano di dare conto delle loro influenze musicali... roba del tipo: Der Blutharsch che coverizza Celentano, gli Ain Soph che fanno il verso a Jannacci, Milva che canta Brecht, i Varunna che coverizzano Adamo, gli Ianva che cantano Jacques Brel, Gennaro Cosmo Parlato che coverizza Julio Iglesias... Niente male, davvero. Come la musica, d'altra parte. Perché, alla fine, anche se un po' troppo innamorata della sua magniloquenza e della sua pomposità "intellettualoide", è quella che conta.

Si parte col gotico industriale di "Epitaffio d'Apollo", passando per le marziali e sinfoniche scansioni di "Amour Fou" e "In morte dell'Estetica" e le panoramiche acustiche "disturbate" di "(Spleen:) album dei ricordi". Tormentata e innamorata della bellezza, la musica lascia, di volta in volta, affiorare tracce di devastazioni imminenti, crepe mentali da cui scaturiscono torbide visioni di dissoluzione, che l'afflato neo-classico contribuisce a rendere senza tempo ("Il forte e la tempesta"), proiettando ombre Dead Can Dance (esemplare, in tal senso, soprattutto "Et lorsqu'à l'Europe") oltre un certo tradizionalismo melodrammatico di stampo prettamente italiano ("I fiori della catena").
L'epilogo è affidato alla romanza di "Á la guerre", immersa in una terrificante scenografia di urla e tonfi infernali.

Qualcosa che lascia dentro sensazioni, come dire?, "senza nome".

22/09/2008

Tracklist

  1. Epitaffio d'Apollo
  2. Amour Fou
  3. Il Forte e la Tempesta
  4. I Fiori della Catena
  5. (spleen:) album dei ricordi in fiamme
  6. In Morte dell'Estetica
  7. Et lorsqu'à l'Europe...
  8. (à la guerre...)

Namenlos sul web