Guido Möbius

Gebirge

2009 (Karaoke Kalk)
abstract-pop

Il cammino è verso l’astrazione del pop. E, la mutazione, lenta e avveniristica, passa anche attraverso “Gebirge”, opera terza di Guido Möbius.
Mutata la rotta dopo due dischi di raffinata ma poco incisiva indietronica (“Klisten” e “Dishoek”), il musicista berlinese, assistito da un altro eccentrico quale il concittadino Go:Gol, armeggia con strumentazione mista (elettrica ed acustica), plasmando corpi-canzone metamorfici, dalla struttura irregolare e dall’anima tremendamente avventurosa.

Ispirato dai suoi live set, dove, con spirito libero, ama spesso giocherellare con ritmiche funk, raffiche noise e palpitazioni techno, su “Gebirge” Möbius sintetizza un micro-universo di sonorità dissonanti, timbriche ispide o caustiche e ibridi arditi di colto ardore e seriosa nonchalance popular. Il risultato è di una freschezza disarmante, soprattutto se si analizzano, con cura, le diverse prospettive da cui traggono origine questi materiali che potrebbero aver trovato il punto di contatto tra le bizzarre alchimie dei Flying Lizards e le segmentazioni post-moderne di Bernard Bonnier.

Scivolano, così, su sghembe ritmiche metallico-pulsanti, ipotesi di un pop mal digerito, strampalato ed estemporaneo, tra fischietti tonti, chitarre Snakefinger che sembrano lamiere indolenzite dal ghiaccio e ghirigori digitali (“Niemens”). La voce di Go:Gol diventa, essa stessa, un simbolo sonoro, l’emblema androide di questa effervescente stratificazione collagistica. Eccola, falsamente smarrita, farsi spazio tra i tonfi finto-industriali, le piroette free-form e il candore “geometrico” di “Being Nice”; o, ancora, cantilenare filastrocche marziane tra gargarismi elettronici, iterazioni ossessive di clavicembalo e porte scricchiolanti, mentre i fantasmi scappano a gambe levate sulle note di una big band on parade davanti al mausoleo dell’assurdo (“Dig A Mammoth”).

E’ tutto così paradossale da risultare ammaliante. L’intro di “I Am Williams Kamera” fa pensare ai Red Crayola più spastici e criptici di “Soldier Talk”, ma lo sviluppo segue un disegno soavemente alieno, con tanto di scacciapensieri e pocket trumpet gaia in viaggio scalare verso ipotesi di dadaismi electro, in mezzo a minimalismi cangianti e beat in levare che assecondano spasmi rap.

E’ tutto così cerebrale da scolpire lapidi di vibrante lirismo nel cuore. Non ci stupiremo, quindi, dell’innesto Primus-Residents di una “Sssplitter” che, subdolamente, svalvola lisergica su defibrillazioni techno-dub. E nemmeno, ci mancherebbe!, di una “Roosevelt Mayo” che infiamma un dancefloor funkadelico con wah-wah in loop, maree schiumanti di lercia sensualità e pingui movenze ska che fronteggiano tourbillon carnevaleschi.
E, poi, ancora per gradire, i battimani e le volute elettro-acide di “Goose Overman” e il free-jazz post-wave-pop (con lo sghiribizzo del drum’n’bass, ma sì!) di “Princess Of Porz (Live)”.

Un invito a nozze per quanti adorano la seduzione del rocambolesco…

07/05/2009

Tracklist

1. Niemens
2. I Am Williams Kamera
3. Dig A Mammoth
4. Being Nice
5. Sssplitter
6. Roosevelt Mayo
7. Goose Overman
8. Princess Of Porz (Live)

Guido Möbius sul web