Vicentini, i Polar For The Masses suonano un post-punk tinto di pischedelia e tracce di noise non particolarmente originale, anche se bisogna riconoscere che sanno bene come attirare l’attenzione.
Riff e ritmiche ammiccanti e un occhio rivolto ai Placebo per dare corpo e (poca) sostanza a un’opera che accantoneremmo volentieri, se non fosse per la sincerità con cui il trio mette mano alle varie composizioni.
Si diceva dell’influenza della band di Brian Molko: ascendenza, questa, che ritroviamo in brani quali “Timer On The Head”, “Where Your Nose Is” e in quello che, probabilmente, è il pezzo migliore del lotto, “Nightclubbing”, dove finisce mescolata con un mood nevrotico molto wave-oriented.
Il post-punk classico, d’altra parte, è l’altro confine dentro cui si muove la musica dei Polar For The Masses: da quello, vorticoso e psichedelico, di “Nothing’s Wrong” a quello marziale in odor di Wire di “Ready to Play”, passando per le plumbee reminiscenze U2 di “Socks”, l’ossessiva meccanica di “Comes Down” e la pulsante energia di “Life is Brilliant”.
Tutto ben fatto, tutto al posto giusto, forse anche troppo. Nessuna particolare fibrillazione del cuore, comunque.
23/07/2009