Scarcity of Tanks

Una band che, tra le altre cose, ci riporta alla memoria i Saccharine Trust meriterebbe, a priori, tutta la nostra attenzione. Figuriamoci, poi, se l’insegnamento di quella band straordinaria (autrice di un progressive-hardcore tanto influente quanto misconosciuto) fa il paio con cosine roventi, deformi e farabutte come quelle proposte, negli anni d’oro, da Pere Ubu e Jesus Lizard. Ah, dimenticavo: vengono da Cleveland, Ohio. E sapete cosa intendo… 

Con “No Endowments” (prodotto da Weasel Walter, che non si è lasciata sfuggire l’occasione di suonare la batteria in qualche pezzo), Scarcity of Tanks esordiscono con un lavoro di sicuro interesse, carico di rabbia dissimulata tra le maglie disarticolate di (de-)costruzioni dal piglio umoristicamente intellettuale.

Accanto a momenti più o meno lineari - vedi il punk Beefheart-iano di “Head of Electrons” e la foga sguaiata di “Recalling Practice” (che porta i Fall ad un convegno sul garage-rock) - troviamo passaggi di puro splendore anarchico, in cui la band guidata dal chitarrista Matthew Wascovich (sorta di redivivo Joe Baiza) dimostra di trovarsi maledettamente a suo agio.

La baraonda truce e inestricabile di “Hedge Over Height”, i comizi di “I Am Wrist” e quello, “scortato” da una jam session di ubriachi, di “Motto For The Parked”, il free-jazz galoppante di “Tight Slope Fighter” e la "danza moderna" di “Death Fast” (con esaltanti duelli chitarra-sax) rappresentano i momenti essenziali per entrare nel loro universo sonoro. Un universo dove la veemenza del punk, la carica sovversiva dell’art-rock e certe prurigini progressive vanno di pari passo, senza intralciarsi a vicenda.

“Growing 33” lancia in pista un’elettrica-rasoio&laser in libera uscita, mentre quell’andamento sornione, quasi da noir sciancato, induce strane sensazioni di trance. E se le stecche e le scordature solenni di “March Toward Crash” sembrano voler sottolineare che i Ritual Tension non passarono invano, “I See You” giunge persino a lambire i territori più sperimentali dei Pluto di Marc Weinstein.

Un piatto piuttosto succulento…

27/05/2009