Think About Life

Il disco omonimo raccoglieva dieci maniacali e iperattivi esercizi di electro-pop contesi tra il dancefloor più schizofrenico del globo e una passionalità molto intellettuale e deviata. Un biglietto da visita, in ogni caso, ancora sbiadito, soprattutto se confrontato con quello, ben più calibrato e potente, di “Family”, opera seconda per i canadesi Think About Life.

Il manifesto dell’avvenuta maturazione è “Johanna”, ovvero i  Tv On The Radio che, sulle orme dei Wolf Parade, funkeggiano, deragliano e si sbriciolano. Il resto segue la scia di un dance-party che sa essere contagioso ed esuberante (“Havin' My Baby”, “The Wizzzard”) ma anche maliziosamente rock nel profondo (vedi gli LCD Soundsystem sculettanti di “Sweet Sixteen” e “Young Hearts”, quest’ultima lambita da minacciose, ruvide ombre di synth).

In ogni caso, è l’essenza ballabile del loro “pop” a dominare la scena, nervo scoperto contro cui rimbalzano tutte le sovrastrutture sonore di Graham Van Pelt (artefice anche del progetto Miracle Fortress) e soci. Così, guidati dalla voce spavalda di Martin Cesar, i “nuovi” Think About Family passano dal rap-soul carburato funk di “Set You on Fire” allo scheletro Arcade Fire di “Sofa-Bed” senza mai disperdere quell’ottimismo di fondo che non guasta mai.

In “The Veldt”, la melodia in ascesa incontra citazioni di Temptations (per la precisione, dal loro classico del ’65, “My Girl”), in “Nueva Nueva” fondali sintetici incorniciano il glamour di un abbandono nostalgico, mentre l’urgenza di “Life of Crime” si stempera in una lenta, panoramica dissoluzione.

Pensare alla vita e non angosciarsi troppo: questo, in fondo, il messaggio di un disco deliziosamente energico.

29/12/2009