Donkeys

Born With Stripes

2011 (Dead Oceans)
folk-pop-rock

Nulla è come sembra nella musica dei Donkeys; nonostante i trilli della stampa musicale, il gruppo di San Diego è più affine alla lisergica euforia della West Coast che alla geometria incalzante dei Pavement, anche se gli accostamenti alla band di Stephen Malkus sono riconducibili ad alcune soluzioni che rimandano alla schizofrenia di “Wowee Zowee”.
“Born With Stripes”, in verità, scompone gli elementi comuni ad altre band di folk-rock psichedelico, immergendoli in un raga amabilmente candido, sfrondandone le pulsioni più indie.

Composto e ispirato, il nuovo album dei Donkeys è piacevole e trascinante più delle parole spese per renderlo affabile: la mistura di folk, blues, psichedelica e pop-rock ha assorbito il fascino della riflessione e della seduzione tipiche del dramma.
Oscure e vibranti, le canzoni si dissolvono in un alternarsi di stili che sembra sgorgare da una oscura compilation di country-rock dei tardi anni 60, le chitarre acustiche incrociano il fascino dell’elettrica senza alzare i toni, le grazie del folk-rock si addomesticano tra ingenue adduzioni space-rock.
Infine, il tutto suona come una demo-session dei Byrds che si divertono a suonare senza spartito, ed è l’estetica indie e post-rock a trascinare il gruppo dalle reminescenze sixties verso gli anni 90 e a traghettarlo con gusto nel 2011.

Il terzo album della formazione americana non annulla le perplessità critiche che annotano l’incapacità del gruppo di porsi in modo originale all’interno di una corrente stilistica consolidata, anche se i dodici brani ostentano una varietà stimolante e tutto l’album scorre senza annoiare con guizzi di creatività.
“Don't Know Who We Are” apre l’album evidenziando il suono pulito e più pop ottenuto dal produttore Tom Monahan (Pernice Brothers, Vetiver, Papercuts), l’asse sonoro si sposta verso un lirismo confortevole che si eleva verso l’estasi e la meditazione con piglio psichedelico in “Kaleidoscope”, per poi planare verso la nitidezza di “Like The Way You Walk”.

I dodici brani sono gestiti in parallelo come un vinile a due facciate, ogni sequenza è chiusa da due pregevoli strumentali (“West Coast Raga” e “East Coast Raga“) che già dai titoli tradiscono la loro matrice culturale, mentre il country languido di “Ceiling Tan” e la robusta e variegata costruzione della ballata “Valerie” consolidano il tono gradevole dell’album.
I Donkeys, prima di inserire il garage-rock di “Born With Stripes”, allineano un incantevole mix di blues, country e rock con uno dei brani migliori dell’album, “Bloodhound”.
Suadente, familiare e arioso, “Born With Stripes” possiede tutte le qualità per divenire un cult-album, seppur privo di momenti memorabili: il progetto si lascia ascoltare e riascoltare con piacere, assurgendo a perfetto antidoto al grigiore del pop-rock moderno.

04/06/2011

Tracklist

  1. Don't Know Who We Are
  2. Like The Way You Walk
  3. Bloodhound
  4. Born With Stripes
  5. Kaleidoscope
  6. West Coast Raga
  7. New Blue Stockings
  8. Ceiling Tan
  9. Oxblood
  10. Bullfrog Blues
  11. Valerie
  12. East Coast Raga

Donkeys sul web